Cosa sarebbe accaduto ieri durante un’intervista al Professor Prodi?
L’ex Presidente del Consiglio, l’ex Presidente della Commissione Europea, avrebbe tirato i capelli (usiamo il condizionale) ad una giornalista inviata del programma Mediaset, Quarta Repubblica, a seguito di una domanda vertente alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene.
E’ notorio, che in una società civile, esulando dal genere, dall’età, dalla condizionale sociale, dalla razza, dalla religione (dettami costituzionali che il Professor Prodi conosce benissimo), la Costituzione prevede la libertà di espressione (articolo 21).
Ergo, a qualunque domanda, in qualunque relazione o situazione di vita, si può non rispondere, rispondere in maniera piccata, rispondere in maniera anche offensiva a livello ideologico (mai riguardo aspetti personali), e mai, sottolineo mai, toccare con le mani o con altre parti anatomiche, il corpo dell’interlocutore, eccetto che venga consentito o richiesto, men che mai, se tali gesti sono espressione di arroganza o violenza.
Per tali motivi, e per lo spiacevole accaduto, attendo, con infinita (ma credo inutile) pazienza, che vengano organizzate manifestazione, girotondi, fiaccolate, interpellanze parlamentari, mailbombing, dibattitti televisivi, servizi durante i TG e i GR, aperture di fascicoli giudiziari per ipotesi di reati, ecc.
Attendo “fiducioso” per l’elevato senso civico, le battaglie per la difesa dei diritti civili (molto meno, quelli sociali), della parità di genere, della parte politica a cui appartiene il Professor Romano Prodi.
Attendo fiducioso la loro levata di scudi per il succitato gesto.
Una levata di scudi di pari intensità a quello mostrato per la difesa del “dogma” rappresentato dal Manifesto di Ventotene e la strenua difesa della loro idea di Europa sovranazionale (non certo federale), che racchiuderebbe quei valori presenti nella Costituzione Italiana.