[dropcap]C[/dropcap]rolla il Napoli a Udine e con lui le residue speranze scudetto. A sette giornate dal termine risulta piuttosto improbabile che la Juventus possa perdere due partite di fila e i partenopei riescano a vincerle tutte. Sconfitta tutto sommato meritata per gli uomini di Sarri apparsi nervosi e inconcludenti. Nel primo tempo l’Udinese parte forte va in gol due volte con Fernandez, con la prima segnatura pareggiata dal solito Higuain, al trentesimo sigillo in campionato. Il “Pipita” nella ripresa si fa espellere, mentre l’Udinese affonda i colpi con Thereau. Si fa espellere anche Sarri che contesta l’arbitro per l’assegnazione del penalty ai friulani. Che usufruiscono nella prima frazione di gioco di un altro rigore, questa volta parato da Gabriel. Gli uomini del neo tecnico De Canio si portano a più sei sulla zona retrocessione.

[dropcap]C[/dropcap]ontinua, invece, il rullino di marcia della Juventus che si impone di misura sull’Empoli, allungando sui partenopei. La decide il croato Mandzukic, con la prima rete del 2016. I bianconeri colpiscono nella prima frazione una traversa con Morata e hanno altre occasioni da rete che non sfruttano a dovere. Male le milanesi, sconfitte da Atalanta e Torino. I rossoneri compromettono le speranze di arrivare al quinto posto con una prova raccapricciante, con una sola occasione da rete nel finale con Balotelli. Ne approfitta l’Atalanta che, sotto di un gol in apertura di gara, reagisce alla grande con Pinilla e Gomez. Gli uomini di Mihajlovic sono ora a sei lunghezze dai cugini interisti, mentre gli orobici si portano a quota 36 e “vedono” la salvezza matematica. Piange anche l’Inter che deve solo recitare il mea culpa per la prova totalmente incolore offerta contro il Torino. Che torna alla vittoria in trasferta dopo quasi due mesi, con una prestazione convincente nella seconda frazione di gioco.

[dropcap]I[/dropcap] granata si trovano addirittura in doppia superiorità numerica a circa venti minuti dal termine e si assicurano l’intera posta, senza particolare patemi. Molte contestazioni nei confronti dell’arbitro Guida per i due rigori assegnati alle due squadre e per l’espulsione a Nagatomo che obbliga gli uomini di Mancini a giocare l’ultima parte di gara in nove. Al di là delle recriminazioni, i nerazzurri sono sembrati senza anima, con due sole conclusioni a rete degne di nota. Si aggiudica il derby capitolino la Roma che travolge la Lazio per quattro a uno, consolidando il terzo posto e portandosi a sole quattro lunghezze dal Napoli. Partita senza storia con i giallorossi padroni del campo, mentre la sconfitta nel derby costa la panchina al tecnico laziale, Stefano Pioli. Al suo posto il patron Claudio Lotito chiama il tecnico della Primavera, Simone Inzaghi. A lui toccherà risollevare le sorti di una squadra scivolata all’ottavo posto, un’inversione di tendenza rispetto al piazzamento finale della scorsa stagione che aveva portato i biancocelesti a disputare i preliminari di Champions League.

[dropcap]P[/dropcap]asso falso della Fiorentina, bloccata sul pari dalla Sampdoria. I viola falliscono l’opportunità di accorciare sui giallorossi, ora distanti sette punti. Per i blucerchiati, invece, una boccata d’ossigeno in chiave salvezza, con più cinque sulla terzultima. Nelle altre sfide tre punti pesanti nella lotta per non retrocedere per il Genoa che cala il poker al Frosinone. Per i ciociari ora si fa dura, con 27 punti e un penultimo posto a dir poco preoccupante. Non può certo dormire sogni tranquilli il Carpi, sconfitto in casa dal Sassuolo. Gli emiliani falliscono l’opportunità di accorciare sulla Sampdoria, visto la concomitante sconfitta del Palermo ad opera del Chievo. Nel posticipo del lunedì tre punti importanti del Verona a Bologna, con gli scaligeri che tenteranno di raggiungere un’improbabile quanto ardua salvezza.

Stefano Sconti