Presso il  Vitra Design Museum di Weil am Rhein (Germania) dal  03.06.al 10.09.2017  si tiene  «Together! The New Architecture of the Collective», la prima esposizione che affronta il tema della co-abitazione, facendo una panoramica su come il problema è stato affrontato nel mondo e delineando gli scenari futuri. Sulla base di modelli, filmati e appartamenti in scala 1:1, vengono presentati un gran numero di esempi europei, asiatici e statunitensi. Ma anche storici precursori dell’architettura comunitaria – dalle idee di riforma del XIX secolo alla scena hippy e all’occupazione delle case, ispirata dal motto «Make love, not lofts».

Lo spazio abitabile è una risorsa scarsa – e lo diverrà sempre di più nei prossimi anni. Mentre i prezzi degli immobili nelle metropoli aumentano, i classici concetti di costruzione degli appartamenti non sono più in grado di soddisfare il fabbisogno. Per rispondere a queste sfide, una rivoluzione silenziosa ha luogo nell’architettura contemporanea: la costruzione e l’abitazione collettiva.
L’esposizione inizia con uno scorcio storico degli ideali abitativi ad ispirazione sociale, nati in primo luogo da una protesta contro i rapporti di forza esistenti. Questo è sottolineato da una messa in scena che fa riferimento alla rilevanza sociale della tematica: i filmati mostrano i movimenti di protesta storici in difesa dello spazio abitabile, mentre gli striscioni informano in merito ai concetti di soluzioni sviluppati a quell’epoca. Tra gli esempi illustrati ci sono il falansterio di Charles Fourier (1772–1837), la colonia Monte Verità, nata in Ticino alla fine del XIX secolo, le cooperative di alloggi degli anni ‘20, ma anche la Città Libera di Christiania di Copenaghen o la cooperativa Karthago di Zurigo. I retroscena socio- politici di questi progetti permettono di comprendere le nuove idee: anche la società di oggi è in fase di mutamento, in quanto sempre più persone vivono in situazioni diverse dalla classica struttura famili- are – negli appartamenti vivono coppie, famiglie monoparentali, single o singoli anziani. Per molti di essi, vivere in comunità può rappresentare un’alternativa promettente, atta a facilitare i contatti sociali e a diminuire i costi.

Vitra Design Museum
Charles-Eames-Straße 2 Weil am Rhein/Basel www.design-museum.de

GIORNO DI APERTURA
02.06.2017, 18h
Opening Talk with Ilka and Andreas Ruby, Daniel Niggli, Angelika Fitz, and Kieran Long
Nella seconda area dell’esposizione, i visitatori trovano un’installazione composta da 21 modelli di grande formato di odierni progetti di edilizia residenziale. Gli esempi illustrati provengono, tra l’altro, da Berlino, Zurigo, Los Angeles, Tokio e Vienna – e sono stati ideati da architetti dello studio einszueins architektur, dell’istituto di urbanistica applicata (ifau), da Jesko Fezer e Heide & von Beckerath, da Michael Maltzan Architecture, da ON design partners o ancora dal pool Architekten e Ryue Nishi- zawa. Uno sguardo dettagliato ai singoli progetti mostra che i nuovi edifici residenziali comunitari rispecchiano anche un approccio assolutamente innovativo a volumi, facciate e materiali: dalle esi- genze particolari e dai limitati mezzi a disposizione nasce un’estetica particolare. La presentazione dei modelli quali città immaginarie illustra inoltre che, in molti dei progetti presentati, la città e lo spazio abitabile, il pubblico e la sfera privata si amalgano sempre più e in modi nuovi, al posto della separa- zione netta che esisteva prima.
Il significato concreto di tutto ciò è visibile al momento in cui, nella terza area dell’esposizione, i visitatori accedono al modello 1:1 di un cosiddetto appartamento cluster e attraversano le aree comuni e le stanze private. Planimetrie e note informative spiegano come è possibile abitare concretamente in co- mune. La riproduzione è completata dalle fotografie di Daniel Burchard, che ha visitato otto progetti in diversi Paesi e ha documentato la nuova forma di vita in comune per questa esposizione. Da tutto ciò risulta evidente che molti dei nuovi collettivi abitativi sono un laboratorio di sviluppo sociale, anche perché mettono alla prova nuovi collegamenti tra abitazione e lavoro, divenuti possibili solo grazie alla digitalizzazione.
Ma come funziona la nuova architettura della comunità dal punto di vista economico, quali sfide si presentano nel quotidiano e come è realizzabile praticamente? Queste domande trovano una risposta in uno spazio cooperativo di lavoro (co-working) integrato nell’esposizione sulla base di cinque progetti reali: la Sargfabrik a Vienna, il Zwicky-Süd a Zurugo, La Borda a Barcellona, R50 a Berlino e Apart- ments with a Small Restaurant a Tokio. La realizzazione di quest’area quale spazio di lavoro mostra che il nuovo intreccio di numerosi progetti con la vita pubblica offre anche nuove possibilità di finan- ziamento: nel progetto zurighese Kalkbreite, ad esempio, la metà della superficie è destinata a funzioni commerciali e comprende non solo strutture pubbliche come un cinema, un supermercato senza imbal- laggi, ristoranti e caffetterie, studi medici e diversi uffici, ma anche un cortile interno accessibile libera- mente con un parco giochi per bambini.
I progetti come il Kalkbreite dimostrano inoltre che i modelli abitativi comunitari non sono solo in grado di affermarsi con successo sul mercato residenziale commerciale, ma anche di modificarlo positiva- mente. Sono parte della cosiddetta «sharing economy», che ridefinisce radicalmente il ruolo della proprietà, mentre i movimenti sociali bottom-up – come Occupy – ancorano tali ideali nello scenario politico. L’esposizione mostra l’influenza di questi sviluppi sul modo in cui abitanti e architetti sviluppano oggi assieme nuove forme di convivenza – non solo quale prodotto delle semplici esigenze individuali, ma anche quale risposta alla domanda centrale del nostro tempo: come vogliamo abitare assieme in futuro?

#VDMtogether
Il museo invita tutti i visitatori e le visitatrici a condividere le loro impressioni su Twitter, Facebook e Instagram con l’hashtag #VDMtogether e #vitradesignmuseum.

Architetti partecipanti
Dorte Mandrup Arkitekter (DK), CASA Architecten und Vrijburcht Stichting (NL), ifau und Jesko Fezer/Heide von Beckerath (DE), Hütten und Paläste Architekten (DE), Naruse Inokuma Architects (JP), Naka Architects’ Studio (JP), Studio mnm (JP), Osamu Nishida and Erika Nakagawa (JP), Ryue Nishi- zawa (JP), ON design partners (JP), Jinhee Park, SsD (KR), pool Architektur ZT (AT), gaupenraub +/- (AT), einszueins architektur (AT), Buol & Zünd (CH), Beat Rothen Architektur (CH), Müller Sigrist Archi- tekten (CH), pool Architekten (CH), Enzmann Fischer und Partner (CH), Schneider Studer Primas (CH), Lacol Cooperativa d’Arquitectes (ES), BKK-2 (AT), Silvia Carpaneto + fatkoehl architekten + BARarchi- tekten with Die Zusammenarbeiter (DE), Michael Maltzan Architecture (USA), Duplex Architekten (CH), Santiago Cirugeda of Recetas Urbanas (ES), all(zone) (TH).

Catalogo
Together!
The New Architecture of the Collective Editore: Mateo Kries, Ilka Ruby, Andreas Ruby, Mathias Müller, Daniel Niggli
Softcover
23 x 30,2 cm, 352 pages
Ca. 443 immag. prevalentemente a colori
49,90€

Vitra Design Museum Charles-Eames-Straße 2 79576 Weil am Rhein

Maggiori informazioni su: www.design-museum.de