Attraverso il confronto fra le opere di sei artisti di differente generazione e geolocalizzazione  Gerald Chukwuma (Nigeria 1973), Jeremy Demester (Francia 1988), Ameh Egwuh (Nigeria 1996), Troy Makaza (Zimbabwe 1994), Boris Nzebo (Gabon 1979), Monsieur Sonore (Usa 1993), la mostra delinea per mezzo di una “esposizione della ricerca” nel senso erodotiano del termine, un ritratto articolato, ma al contempo armonico, della scena artistica di matrice africana. La mostra prenderà il via dal 26 maggio fino al 16 luglio 2021, a cura di Domenico de Chirico.

Gerald Chukwuma espone in mostra l’opera After realizzato nel 2020″. Orchestra visiva” è la definizione che dà al suo lavoro: assi di legno assemblate, intagliate, annerite, cesellate, arricchite di colori sgargianti, illuminate dai pezzi delle lattine di alluminio e delle scatole telefoniche trovate per strada dall’artista, danno vita, riferimenti storici nonché contemporanei.

Jeremy Demester, vive e lavora tra la Francia e il Benin. L’artista crea opere ispirate al mondo degli spiriti. Infatti, in mostra le due opere inedite appartengono a questa ispirazione, tra l’altro esposte per la prima volta, Times of grace  VI e Djemy. Scrive Annabele  (2018) “la pittura di Jeremy Demester è azione, visione e prosa. Alla ricerca di nuove possibilità nel mondo, il pittore sonda l’esperienza attraverso l’intuizione (…).

Invece nelle due opere Quick Pic (2021) e My cat, a book and my imaginations del 2020 del giovane artista nigeriano Ameh Egwuh, due solitarie figure femminili si stagliano su un   paesaggio domestico popolato da linee  e patternsgeometrici che si ispirano alle pratiche di scarificazione, vale a dire l’incisione nonché decorazione della pelle nei riti di passaggio all’età adulta (…).

Troy Makaza, presente con l’opera  Visceral, part 2 del 2019, che proviene da un’importante collezione privata, è realizzata intrecciando corde di silicone intrise di pittura dai colori intensi nonché profondi. I fili di silicone  nella composizione si trasformano metaforicamente nei fili che tessono le complesse ragnatele delle relazioni nonché dei flussi tra i sessi nell’odierno Zimbabwe (…).

Boris Nzebo, nato in Gabon, è cresciuto e vive nella città di Douala in Camerun. Nell’opera Business Street realizzato nel 2020,  esplora l’acconciatura nello spazio urbano: la capigliatura della grande testa in primo piano diviene il cannocchiale mediante cui l’artista indaga e denuncia gli aspetti negativi della società urbana contemporanea nonché del suo sistema economico. Ancora più marcato la denuncia Enfants Soldats, 2018.

Monsieur Zohore, nato in America da genitori ivoriano. L’opera in visione White Boy Summer, realizzata per questa circostanza, appartiene al ciclo dei Paper Towel Works in cui Zohore utilizza materiali non convenzionali di uso domestico, come la carta da cucina Bounty (…). L’artista esplora la condizione umana in modo accresciuto nonché disordinato, per lui africano di prima generazione, c’è sempre un disallineamento fra le culture e questo è al centro del suo interesse.

Orari della mostra:
dal lunedi al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00 – sabato  dalle 14.30 alle 19.00

La mostra Travels With Herodotus: A Journes Through African  Cultures, che inaugura mercoledì 26 maggio con orario continuato a partire dalle 11.00 alle 20.00  è accompagnata da un testo del curatore Domenico de Chirico.

Sede: Galleria Bianconi – Via Lecco 20 – Milano
www.galleriabianconi.com

                            Giuseppe Lippoli