Il problema Giustizia in Italia, è un’ annosa questione.
Riportando la memoria all’epoca del Presidente Cossiga, si ricorderanno le sue “picconate” nei confronti del CSM.
“La sua minaccia” di inviare i carabinieri se non avessero adempiuto alle decisioni di spettanza della Presidenza della Repubblica (Il Presidente della Repubblica è il Presidente del CSM-Consiglio Superiore della Magistratura), che contrastava l’ingerenza dell’organo giudiziario su atti, opinioni, dichiarazioni del Presidente del Consiglio nello svolgimento della sua attività amministrativa.
Il Picconatore fu uno strenuo oppositore di quello che era solito definire lo “strapotere dei giudici” .
Un Strapotere che equiparava la Magistratura agli altri poteri dello Stato costituzionalmente stabiliti.
Un Potere non previsto dalla Carta Costituzionale,
Non un potere , ma un organo dello Stato.
La Magistratura è un’ organo indipendente e autonomo da ogni altro potere (Art. 104)
I giudici sono soggetti solo alla Legge (Art. 101).
Anche Saragat e Pertini, seppur meno veemente di Cossiga, condussero un’ attività di “critica” nei confronti del CSM e delle correnti che lo compongono.
La scandalo esploso in questi giorni che coinvolgerebbe il CSM e le nomine “pilotate” politicamente di alcuni Procuratori è solo l’ultimo atto di una storia di cui non si ricorda l’inizio e non si intravedere un termine.
Molti governi degli ultimi 30 anni tentarono di riformare la Giustizia in Italia per renderla più celere (la durata media di un processo penale in primo grado è di 310 giorni rispetto ai 138 della media europea; il processo civile dai 3 ai 5 anni), senza mai porre in essere le numerose “buone e lodevoli intenzioni” (del resto la strada dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni).
Berlusconi va raccontando da anni che durante i suoi due mandati gli fu impedito di riformare la Giustizia dai suoi stessi alleati.
Non consentirono al Cavaliere (ex Cavaliere ?) di porre in atto la Riforma senza previo accordo con l’ ANI (associazione nazionale magistrati).
La ragione ?
Paura, scheletri negli armadi di molti uomini politici, mancanza di fondi, interessi, chissà…
Una cosa è certa: la lunghezza dei processi, gli scandali giudiziari non fanno altro che allontanare dal nostro Paese gli investitori stranieri terrorizzati da una giustizia lenta e aleatoria.
Da anni la commistione tra magistratura e politica rappresentata dalle varie correnti che compongono ANM e il CSM, è nota ai più.
E allora se si vuole dare applicazione alla vera autonomia e indipendenza dell’organo giudicante e inquirente si applichi i dettami della giustizia americana con l’elezione diretta da parte della popolazione dei procuratori e dei giudici.
Il principio costituzionale della soggettività dei giudici alla legge sarebbe salvaguardato, così come l’autonomia e l’indipendenza.
Democrazia diretta, lontana da poteri e da autopoteri, ecco il risultato tangibile di questa riforma.
L’ applicazione della democrazia diretta nell’ambito giudiziario avrebbe il merito di introdurre un criterio meritocratico che verrà applicato dal popolo elettore.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)