Mostra Vasco Ascolini incontra Canova, Thorvaldsen e De Chirico: un incontro virtuoso tra antico e contemporaneo presso la casa Museo Bagatti Valsecchi

Si è inaugurata lo scorso 16 giugno presso il Museo Bagatti Valsecchi la prima mostra, realizzata a Milano, dedicata al fotografo italiano del secondo Novecento Vasco Ascolini, dal titolo Visioni Metafisiche. Vasco Ascolini incontra Canova, Thorvaldsen e De Chirico, che resterà aperta al pubblico fino al 3 dicembre 2023.

La presidente Camilla Bagatti Valsecchi ha introdotto la presentazione evidenziando quanto sia importante il connubio di due fondazioni che si incontrano con lo scopo comune di promuovere cultura e memoria. Infatti la mostra rinnova la scelta innovativa di Casa Museo che si apre ad altre collezioni, il Museo Bagatti Valsecchi propone un interessante dialogo tra la propria identità storico artistica e la preziosa collezione fotografica della Fondazione Pasquale Battista.

Le fotografie di Vasco Ascolini sono state magistralmente messe in relazione con opere del passato, come i gessi di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen e dipinti di Giorgio De Chirico, in una mostra che vuole rimarcare la dialettica tra antico e contemporaneo.

E’ stato importante avere la presenza del fotografo reggiano all’inaugurazione il quale ha espresso tutta la sua emozione nel vedere come il suo patrimonio fotografico si fosse inserito nel contesto arredo e avesse saputo estrapolare dalle opere esposte una componente inedita.

Vasco Ascolini ha ricordato le sue origini lavorative presso una struttura scolastica nel quale svolgeva anche il ruolo di bibliotecario che gli ha permesso di leggere molti testi e utilizzare quanto appreso nello sguardo con cui poi ha voluto racchiudere i suoi scatti fatti nei magazzini e depositi in giro per l’Europa.

Il percorso di visita si snoda all’interno delle sale museali dove si può ammirare una selezione di oltre settanta scatti dedicati ad elementi statuari che dialogano con le tele di Giorgio de Chirico L’AutoritrattoL’Autoritratto in gesso di Canova proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, con L’aragosta del 1922 e con una Piazza d’Italia dove si scorgono il silenzio imperante di una scultura sdraiata al centro della piazza e architetture desolate.

La dialettica è arricchita da suggestivi modelli e calchi in gesso dei maestri del Neoclassicismo, come quelli di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, le cui opere provengono dalle collezioni della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e da una collezione privata.

La presenza della direttrice della regione Lombardia Sabrina Sammuri e di Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano confermano la volontà delle istituzioni di stimolare attività che uniscano la tradizione all’innovazione con uno sguardo che tocchi tutti i temi dal culturale al sociale ed in questo il ritorno in auge della fotografia d’autore è una bella testimonianza.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Sagep Editori con contributi di Antonio D’Amico, Luca Carnicelli, Eugenio Bitetti, Aurora Ghezzi, Moira Mascotto, direttrice del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno.

 Buona mostra a tutti!

Monica Basile 

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