Wayne Rooney, un baronetto del gol ma nemmeno tanto bello. A guardarlo da lontano non fa, di certo, una bella impressione. Piccolo, tracagnotto e con il trapianto di capelli. Sembra avvolto dalla classica nebbia inglese il ragazzo, che non potrà mai fare il modello. A guardarlo da vicino è stato anche recentemente uno dei migliori tre attaccanti al mondo, dopo Messi e Cristiano Ronaldo.

Agile, scattante e con un fiuto del gol da far paura: Wayne Rooney è stato per anni il pericolo numero uno della squadra inglese, con buona pace di tutti i detrattori. Al numero 10 inglese è bastata la sfida con l’Ucraina, giusto per fare un esempio di euro 2012, per far capire a tutti quali sono le sue motivazioni. Dopo due gare passate in tribuna per squalifica, l’attaccante del Manchester ha approfittato dell’unico errore di Pyatov per infilare a due passi dalla porta. L’azione del gol, seppur viziata dalla papera del portiere, è servita all’Inghilterra per trovare la leadership del girone e per (ri)trovare il leader del gruppo.

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 Cresciuto nell’Everton, è il secondo calciatore più giovane ad aver esordito in nazionale, a 17 anni e 111 giorni nel febbraio 2003, segnando il suo primo gol alla quarta presenza con i “leoni”. Altro record infranto, in quanto diventa il marcatore più giovane, a 17 anni e 317 giorni, contro la Macedonia.

“Wonder Boy” incanta con l’Everton, pur con qualche pausa di troppo, e passa al Manchester United, che spende circa 39 milioni di euro per assicurarsi il futuro del suo attacco per oltre quindici anni, stando alle statistiche attuali. Prima di chiudere la carriera in America per alcune stagioni.

Quel piccolo bomber preferito dalla Regina Elisabetta

Il bomber inglese Wayne Rooney

Tiro al fulmicotone per Wayne Rooney – Foto screenshot youtube

Agli europei del 2004 ne arriva la consacrazione, con le doppiette contro Svizzera e Croazia, mentre un infortunio lo costringe a saltare il match contro il Portogallo, che eliminerà gli inglesi. Sempre contro i lusitani arriva un altro brutto ricordo, targato Germania 2006, con l’espulsione per un fallo su Cristiano Ronaldo. Non ha lasciato grosse tracce nei successivi europei e mondiali, ma ha spesso recitato un ruolo da protagonista con la squadra della Regina Elisabetta, accollandosi tutto il peso dell’attacco nel 4-4-1-1 di Roy Hodgson.

Rooney è unico nel suo genere ed è difficile trovarne un sosia calcistico che ne ricalchi i movimenti e le capacità tecniche. Ci provarono, tempo fa, con Alessio Campagnacci della Reggina, ma il paragone è diventato ora una leggenda da bar. Rooney, in alcune stagioni, al Manchester United si attestava con medie decisamente importanti in Premier League. Arrivò anche a un massimale interessante, tipo 43 presenze ufficiali e ben 34 marcature realizzate, che gli valsero, a titolo personale, la sua miglior stagione nel 2010.

In nazionale inglese vanta più di 120 caps – precisamente 123 e 53 centri e ha vinto in carriera ben cinque edizioni della Premier League, tre Fa Cup, sei Community Shield, una edizione dell’Europa League, una della Champions League e una Coppa Intercontinentale. Può bastare?