[dropcap]O[/dropcap]nda (osservatorio nazionale sulla salute della donna) ha dato vita a “Top Italian Women Scientist 2016”, il club che raccoglie le migliori scienziate italiane. La presentazione ufficiale ai media e agli addetti ai lavori si è tenuta a Milano il 25 maggio.

Il gruppo riunisce 38 eccellenze femminili, donne che si distinguono per un’alta produttività scientifica e che hanno dato un sostanziale contributo allo sviluppo in campo biomedico. L’obiettivo è quello di promuovere la ricerca “rosa” e avvicinare le giovani a questo mondo. Il club è dedicato infatti alle scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica in cima alla classifica dei Top Italian Scientist (TIS), un censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo, misurato con il valore di H-index, l’indicatore che racchiude sia la produttività sia l’impatto scientifico del ricercatore, nonché la sua continuità nel tempo, e che si basa sul numero di citazioni per ogni pubblicazione.

Francesca Merzagora, Presidente di Onda, dichiara: “I dati nazionali del 2015 dell’Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali del CNR evidenziano come in Italia la presenza femminile nella ricerca, in particolare in posizioni di rilievo e nelle sedi decisionali, sia ancora bassa: se all’inizio della professione si registra una sostanziale parità tra i due sessi (il 48% dei ricercatori sono donne e il 52% uomini), avanzando nella carriera l’ago della bilancia si sposta nettamente a vantaggio dei ricercatori maschi che salgono al 76% del totale, mentre le ricercatrici rimangono solo al 24%. Se poi si considerano i dati relativi alle posizioni apicali, sono meno del 17% le donne che rivestono il ruolo di direttori di Istituti di ricerca e di Dipartimento. Questa iniziativa di Onda ha l’obiettivo di evidenziare il lavoro e la passione di molte donne, non tutte note al grande pubblico, premiando il loro lavoro e la loro dedizione”.

Adriana Albini, Presidente Comitato Scientifico Onda e Direttore del Laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi di Multimedica, afferma: “Ci sono donne d’impatto nella biomedicina, non solo nel senso che il loro lavoro impatta sulla società e sui progressi della conoscenza, ma anche perché attraverso la loro produzione scientifica si sono conquistate una posizione alta in questa specie di “hit parade” nella scienza. È la nascita di una rete di donne ricercatrici in campo biomedico che può diventare un punto di riferimento per i giovani ricercatori e nei progetti di comunicazione. È un progetto a cui penso da tempo che vede oggi finalmente la luce grazie ad Onda”.