Vittorio Storaro, Maestro autore della fotografia cinematografica, tre volte Premio Oscar per i film «Apocalypse Now», «Reds» e «L’ultimo Imperatore», è stato protagonista della mostra “Scrivere con la Luce“, allestita all’interno della splendida cornice di Palazzo Callas, a Sirmione, meravigliosa perla del Lago di Garda, dall’11 luglio al 4 ottobre 2015.

Storaro manifesta una visione dell’arte secondo la sua ispirazione, condotta seguendo una ricerca attenta e meticolosa dove nulla viene lasciato al caso. Lo “scrittore della luce”, come lui stesso ama definirsi, pone a confronto una selezione di immagini realizzate con impressioni fotografiche sovrapposte tratte dai più celebri lavori del Maestro, con copie di alcune opere d’arte (capolavori del Caravaggio, Bacon, Rousseau, Carpaccio, Magritte, Dejneka, Botticelli).

Scrivere con la Luce 3

La mostra è un viaggio tra fotografia e cinematografia, tre sezioni imperdibili che rispecchiano i filoni dello studio trentennale di Vittorio Storaro intorno ai temi della luce, dei colori e degli elementi, in un allestimento speciale: 150 CAVALLETTI LUMINOSI per un insieme di 115 CINE-FOTOGRAFIE originali, 35 copie su tela dei DIPINTI che hanno ispirato Storaro nella sua ricerca Figurativa-Cinema­tografica.

I cavalletti, assolutamente innovativi, sono stati ideati ad hoc per questo evento da Vittorio Storaro e dalla figlia, l’architetto Francesca Storaro e realizzati dalla società FontanaArte. Grazie all’integrazione del punto luce nella stessa struttura i Visionari consentono un’illuminazione diffusa dell’opera per l’ottimizzazione della visione da parte del fruitore della mostra.

Il percorso espositivo, allestito nella splendida villa del XVIII, è stato ideato e concepito dopo una ricerca trentennale storico-culturale nata nell’ottica di analizzare le poetiche e i contenuti del linguaggio cinematografico attraverso immagini fotografiche.

Scrivere con la Luce 2Il lavoro fotografico di Storaro è un racconto di immagini a sé stanti che suggeriscono, attraverso atmosfere oniriche, una personalissima interpretazione delle storie rappresentate filmicamente. Si tratta di un cammino figurativo tra fotografia e cinematografia, per raccontare una storia in movimento attraverso immagini sovrapposte, tentando, così, di fotografare un concetto narrativo in un concetto visivo.

“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono.” (Primo Levi)