Terzo lungometraggio della regista libanese Nadine Labaki  e vincitore del Premio della Giuria al 71esimo Festival di Cannes, Cafarnao sarà al cinema da giovedì 11 aprile, distribuito da Lucky Red.

La storia è struggente, quella di Zain, un dodicenne siriano (o giù di lì, visto che non è stato registrato all’anagrafe) che conduce una vita misera nei quartieri più degradati di Beirut. E’ una storia di sofferenza, ma anche di speranza, perchè il ragazzino non si arrende mai di fronte alle  difficoltà, mostrando un senso di responsabilità superiore alla sua giovane età.
La rabbia che cova dentro, però, lo porta a reagire, commettendo un crimine e spingendolo citare in tribunale i suoi genitori, accusandoli addirittura …di averlo fatto nascere!
Una storia sull’emigrazione, sui diritti dei più diseredati  e sulla loro forza, che li spinge a lottare anche quando ogni speranza sembra perduta.
Il finale, ma del resto tutto il film, regala momenti commoventi, offrendo un’inaspettata chance alla vita drammatica dei due protagonisti.
Un film che fa riflettere e spinge ad impegnarsi su come poter aiutare un’umanità sofferente, in gran parte costituita da bambini.
La regista Nadine Labaki spiega il titolo: “In origine è francese, “Capharnaüm” significa caos, è un termine usato nella letteratura francese con questo significato. E’ un villaggio biblico che è stato maledetto per essere troppo caotico, o qualcosa del genere. E poi abbiamo iniziato a usarlo per significare caos, inferno, disordine. Il titolo mi è venuto in mente ancor prima di cominciare a scrivere, quando ho iniziato a buttar giù i temi che mi ossessionano al momento: i diritti dei bambini e l’ingiustizia nei loro confronti, l’assurdità delle frontiere, del dover avere dei documenti per dimostrare la propria esistenza ecc. Ho buttato tutto giù e a un certo punto ho detto “questo è un gran Capharnaüm, è l’inferno, viviamo all’inferno”.