Una scena “cult” del primo film di Carlo Verdone “Un sacco bello”, in cui l’attore e regista romano impersonifica vari e disparati personaggi, si svolge nel salotto di Mario Brega, padre dell’hippie Ruggero, trasferitosi in una comunità “alternativa” dedita ad attività naturalistiche, che cerca in tutti i modi di riportare a casa il “figliol prodigo”.
Al suo capezzale e a sostegno del suo intento partecipano vari soggetti tra cui un integerrimo professore residente al piano sottostante che si cimenta in un pistolotto moralista meravigliosamente esilarante con lo scopo di redarguire lo scapestrato e dissoluto giovane dedito alla filosofia del “peace and love”.
“…come possiamo noi padri di famiglia nutrire fiducia nei giovani, quando la radio, la televisione , il cinema, la stampa incitano alla più totale dissolutezza morale. L’altra sera, per fare un esempio, su uno di quei canali CCT, PTT, CTP, credevo che si fosse giunti a certi limiti estremi ma quando ho visto una donna e cosa ancor più grave, madre di famiglia si sbatteva le bocce davanti, beh questo è proprio il colmo, questo è porno-anarchia…”.
Questo spezzone cinematografico si attaglia precisamente a quanto hanno potuto udire ieri sera durante il programma di Rete 4 “Quinta colonna” condotta da Paolo Del Debbio.
Credevo che a sostegno delle ideologie politiche si fosse toccato il fondo in questi ultimi anni in cui la politica ha dato sfoggio del peggiore spettacolo della storia repubblicana; evidentemente mi sbagliavo.
Tra gli ospiti a dibattere pro e contro l’euro c’era l’immancabile Alessandro Cecchi Paone, cultore e adoratore dell’Europa in tutte le sue coniugazioni.
Il vivace battibecco con la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è sfociato in una sconcertante dichiarazione del ex anchor-man, a cui si adatta perfettamente la frase del professore del film di Verdone.
L’europeista Cecchi Paone ha ripetuto più volte che la sovranità sostenuta dai “populisti” è una sovranità fascista.
Avete capito bene ?
La sovranità valore sancito dalla Costituzione della Repubblica all’articolo 1 è un disvalore dittatoriale, fomentatore di guerre, e causa di sciagure continentali.
Probabilmente ieri sera si è toccato il fondo.
La sovranità popolare fulcro della democrazia, della libertà per cui sono morti milioni di italiani che hanno lottato per affrancarsi dalla dittatura e dal dominio armato straniero, viene catalogata come un elemento tipico dei regimi totalitari.
Sconcertante, di più, ributtante.
E sorprendente anche l’atteggiamento del conduttore Del Debbio, che riveste anche il ruolo di professore di etica ed economia all’università IULM di Milano, che non ha ritenuto necessario intervenire per redarguire lo sproloquio di Cecchi Paone.
Ma non è tutto.
Per non farsi mancare nulla , ecco il collegamento con un’esterna con alcuni giovani milanesi organizzatori dell’ “austerity-party” espressione filo europea in chiave presente e futura. Dell’imprescindibile Europa, senza se e senza ma.
Pazzesco.
Ecco i danni di decenni di indottrinamento di certi “maestri”.
Si può comprendere che la linea giornalistica del programma prevede un dibattito acceso con assoluta libertà di opinione e di espressione degli ospiti convenuti, ma a tutto c’è un limite e infangare certi valori costituzionali non è tollerabile.
Si faccia un raffronto con altri talk-show televisivi di stampo progressista dei vari Santoro, Floris, Giannini, Formigli, Annunziata, Gruber, allorchè il rappresentante della destra esprime qualche concetto non gradito; viene ammonito, stigmatizzato, rimproverato, criticato, interrotto dai conduttori, dagli “avversari” e dal boato di disapprovazione del pubblico presente negli studi simile ai peani di disapprovazione delle arene calcistiche, e il “diritto di parola” viene riconcesso dopo diversi minuti.
E allora trovo attinente per la sparata linguistica che i telespettatori hanno udito ieri, la chiosa finale del professore del film di Verdone che rimprovera e biasima Mario Brega se il figliolo è “scappato di casa” e non ha nè arte nè parte.
“…Tuo figlio è quello che; chi semina raccoglie; il punto è vedere che cosa hai seminato…”.
La semina di questi decenni della propaganda filo europea ha prodotto solo della gramigna infestante.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)