Lo screening gratuito per Epatite C è stato già avviato in 8 Regioni italiane.

Nelle altre Regioni in cui il tour di ACE ha fatto tappa si stanno concludendo le fasi istruttorie e l’auspicio è che si possa partire quanto prima con lo screening sui nati tra il 1969 e il 1989, sui detenuti e sugli afferenti ai SerD.

Questo è quanto è emerso ieri nel corso dell’evento “FASE III: Bilancio delle attività di screening HCV 2022 e prospettive per il 2023 Verso uno screening strutturale” dove i rappresentanti regionali si sono confrontati e hanno fornito i dettagli sullo stato dell’arte delle attività a livello locale e sulle misure che nel corso del prossimo anno intendono intraprendere alla luce della possibile proroga della validità dei fondi a dicembre del 2023.
La Web Conference, organizzata da MAPCOM Consulting, promossa da AISF – Associazione Italiana per lo Studio del Fegato e da SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, con il patrocinio di EpaC onlus, e realizzata con il contributo non condizionato di AbbVie e Gilead Sciences, ha annunciato la conclusione della serie di Tavole Rotonde Istituzionali realizzate da maggio a ottobre per ricordare l’importanza dello screening, incentivare e supportare le Regioni nell’attivazione e monitoraggio dei risultati sul territorio.

Superata la brusca battuta d’arresto dovuta alla pandemia da Covid-19, è diventato fondamentale tornare a focalizzarsi sul raggiungimento dell’obiettivo assegnatoci dall’OMS: eliminazione del virus HCV entro il 2030. A tal proposito, lo scorso febbraio, il Governo ha accolto l’ordine del giorno al Milleproroghe che chiede di posticipare il termine della campagna sperimentale a dicembre 2023 e di ampliare la fascia d’età della popolazione generale da sottoporre a screening ai nati tra il 1943-1989. Le Regioni si sono adoperate ormai da qualche mese per utilizzare al meglio le risorse del fondo sperimentale, la cui validità, grazie anche all’impegno di Alleanza Contro le Epatiti, sarà auspicabilmente prorogata a dicembre 2023, dopo l’Intesa in Conferenza Stato-Regioni attesa per le prossime settimane.

L’Italia fino ad oggi ha implementato un piano per l’eradicazione della Epatite C molto efficace, grazie al quale sono guariti centinaia di migliaia di pazienti” – ha ricordato la Sen.ce Beatrice Lorenzin, 5° Commissione Programmazione economica, Bilancio, Senato della Repubblica, già Ministro della Salute. – Oggi l’Epatite C può essere sconfitta, ma è essenziale procedere speditamente con la prevenzione e gli screening per debellare questa grave malattia entro il 2030, come chiede l’OMS. Il fondo dei 71,5 milioni di euro voluto dal PD e messo a disposizione delle Regioni rende possibile l’obiettivo, ma è importante che queste risorse vengano utilizzate al meglio. Mi auguro che quanto prima possa essere approvata la proroga della campagna al 2023, che consentirà alle Regioni di recuperare i ritardi causati in parte anche dalla pandemia.”

Delle 19 Regioni italiane toccate dal tour di ACE, in circa la metà, 8, sono state avviate le attività di screening sulle popolazioni target. Le restanti hanno annunciato che stanno terminando gli ultimi dettagli delle fasi istruttorie e preparatorie per poter avviare, entro la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2023, le attività di screening. L’Intesa della Conferenza Stato-Regioni per la proroga della validità dei fondi dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e il Ministero ha indicato il 31 gennaio come terza scadenza per l’invio di report dettagliati da parte dei referenti regionali.

“L’Italia è sempre stata un’eccellenza assoluta nella ricerca clinica per l’Epatite C e nell’identificazione del trattamento per questi pazienti; nel corso degli anni si è anche distinta per favorire l’arrivo dei nuovi antagonisti diretti della replicazione virale. È uno dei pochi Paesi che ha attivato una campagna nazionale di screening con uno stanziamento significativo di risorse a disposizione delle Regioni. – ha dichiarato il Prof. Alessio Aghemo, Segretario AISF e Professore di Gastroenterologia, Dipartimento di Scienze Biomediche, Humanitas University Le Regioni, dal canto loro, nonostante gli ostacoli imposti dalla pandemia, si sono adoperate per dar via alle fasi di test a livello locale e hanno messo a punto piani e programmi operativi per avviare gli screening sulle popolazioni target. Il prossimo passo, al fine di individuare tutti i casi “sommersi” e avviarli rapidamente al trattamento, sarà quello di rendere lo screening strutturale. Come ACE continueremo ad impegnarci per stimolare l’avvio dello screening, laddove non ancora avviato, e per chiedere che la fascia d’età della popolazione generale da sottoporre a test venga ampliata anche ai nati tra il 1943 e il 1968.”

Nelle Regioni dove sono state implementate delle primissime attività di screening, come ad esempio Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, la prevalenza di casi registrata nella popolazione generale dei nati tra il 1968 e il 1989 è risultata piuttosto scarsa. Per questa ragione Alleanza Contro le Epatiti ha chiesto che venga presa in considerazione la possibilità di poter estendere la fascia d’età della popolazione generale da sottoporre a screening anche ai nati dal 1943 al 1968.

“La serie di Tavole rotonde realizzate da ACE nelle 19 Regioni ha fatto emergere una situazione in parte allarmante. – ha aggiunto il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) – I mesi della pandemia hanno rappresentato un serio ostacolo alla campagna di screening per Epatite C tanto che oggi si stima che in Italia ci siano oltre 280.000 pazienti con infezione cronica da HCV, ancora da diagnosticare. Infatti, solo la metà delle Regioni toccate dal tour di ACE ha avviato le attività di screening a livello locale; oltretutto in queste Regioni, i dati di prevalenza ottenuti sono piuttosto esigui. Questo richiede una seria valutazione della possibilità di ampliare la fascia di età di cittadini da sottoporre a test. Come ACE siamo impegnati a monitorare le attività implementate a livello regionale e ci auguriamo che quanto prima i soggetti riscontrati positivi possano essere avviati al trattamento presso i centri specializzati.”

La serie di Tavole Rotonde istituzionali promosse da ACE ha permesso di incontrare molti referenti regionali e di scattare una nuova istantanea della reale situazione a livello locale. Ciò che è emerso è che permangono alcune criticità legate alla reale implementazione dello screening. Affinché l’obiettivo di eradicazione possa esser raggiunto, infatti, è necessaria una programmazione di lungo periodo e un sistema di rete locale che permetta una facile collocazione dei pazienti individuati ai centri autorizzati al trattamento.

“La proroga a dicembre 2023 dei fondi stanziati rappresenterà senz’altro un ottimo punto di partenza per consentire un migliore utilizzo delle risorse da parte delle Regioni, soprattutto quelle che ancora non hanno avviato concretamente la campagna di screening. – ha affermato Ivan Gardini, Presidente EpaC onlus. – Tuttavia, è necessario che le Regioni che non sono ancora partite con la campagna di screening cambino passo e compiano tutti gli sforzi necessari per poter finalmente dare avvio concreto alle fasi di screening. Mi auguro, poi, che sia presa in seria considerazione la possibilità di estendere lo screening ad altre fasce di popolazione generale come ad esempio ai nati tra il 1943 e il 1968. In altre parole, da sperimentale rendere lo screening strutturale. Questo, infatti, consentirà di sottoporre a test per Epatite C un’ampia fascia di popolazione con prevalenza maggiore di infezioni occulte, ivi inclusi i soggetti considerati a maggior rischio di infezione.”