Come voluto da S.A.S. Principe Alberto II di Monaco nel 2011, tra i 144 Paesi partecipanti ad Expo Milano 2015, ci sarà anche il Principato di Monaco che affronterà il tema della solidarietà e sosterrà una nuova idea di condivisione.

Cooperazione, Governance e Didattica sono le tre direttrici principali sulle quali si concentra il “messaggio” che il Monaco Pavilion intende promulgare: Cooperazione, intesa come una migliore condivisione di ricchezze a livello internazionale; Governance, come opportunità per incentivare una politica responsabile a sostegno della ricerca e dell’innovazione; Didattica, quale autentica e irrinunciabile risorsa per il futuro, in grado di sensibilizzare i cittadini sui temi dell’Expo.

Il Principato di Monaco sarà presente all’interno di Expo con uno spazio espositivo di 1.000 metri quadrati collocato vicino ai padiglioni del Giappone, della Russia e della Turchia.

Opera dell’architetto italiano Enrico Pollini, il Monaco Pavilion è costituito da una serie di container sovrapposti e da una copertura in legno lamellare che rimanda simbolicamente al profilo di una grande tenda. Interamente rivestita da un giardino pensile di 500 metri quadrati, questa struttura è composta da sfagno (specie di muschio permeabile) e da ampie superfici verdi verticali alimentate da un sistema di raccolta di acqua piovana. Obiettivo del progetto è sottolineare il valore dell’ innovazione e la propensione verso una nuova sensibilità ecologica.

Il container, infatti, è il modulo di trasporto più utilizzato al mondo, emblema di commercio e scambio; la tenda “riparo” per tutti quei Paesi ai quali il Principato fornisce aiuti, mentre il concetto di madre terra rivive attraverso il sistema del verde e le numerose specie di piante che disegnano i contorni dei cinque continenti, così da rappresentare l’universalità che caratterizza Expo 2015.

General constructor del Monaco Pavilion è ES-KO, ente monegasco specializzato nella produzione di strutture modulari che ha appositamente  dato vita ad Eco System una nuova società per la realizzazione del progetto.

L’intera struttura sarà smontata e riutilizzata nel Burkina Faso come sede operativa della Croce Rossa.

Giovanni Scotti