[dropcap]R[/dropcap]oberto Giachetti viene considerato “il volto nuovo ” per l’elezioni a sindaco di Roma. 
Il candidato per il Partito Democratico, è il “nuovo” che avanza. 
E’ la nouvelle vague che serve per risolvere i problemi annosi e gravi che attanagliano la Capitale.
Tanto per capire chi sia il “salvatore” dell’Urbe citiamo alcuni dati storiografici.
Roberto Giachetti, esponente del Partito Radicale fu caposegreteria con Rutelli sindaco dal 1993 al 2001.
Nel 2001 viene eletto alla Camera dei Deputati con la Margherita di cui è anche uno dei fondatori, nel 2006 eletto nelle liste dell’Ulivo e nel 2008 eletto con il Partito Democratico, così come nel 2013 (per capirci è alla sua quarta legislazione in Parlamento).
Parrebbe che proprio “nuovo” non è, visto il suo curriculum politico.
E nemmeno tanto “nuovo” non è per quanto concerne l’amministrazione della città di Roma (ruolo amministrativo di prim’ordine nelle due Giunte Rutelli).
Un’ amministrazione non proprio lodevole stante al fatto che durante quei due mandati (Rutelli fu il primo sindaco della Capitale eletto direttamente dal popolo con la nuova legge elettorale approvata proprio nel marzo di quell’anno) il debito del Comune di Roma aumentò di 2,3 miliardi di euro (alla fine del mandato ammontava a 5,9  ad inizio del mandato ammontava a 3,6) nonostante i cospicui stanziamenti Governativi per il Giubileo del 2000 e la vendita del 49% della Municipalizzata ACEA (gas e elettricità, una parte di questa venne acquisita dall’imprenditore Caltagirone e dalla società francese Suez).
Che risultati abbiano dato quelle “laute spese” lo possono raccontare i cittadini romani e tutti coloro che visitano la città !!!
Ma, si sa, “acqua passata non macina più….” , soprattutto se si è esponenti del “nuovo PD” renziano che rottama ogni vecchiume e ci conduce nella nuova era, nel futuro più roseo, nella modernità, dove “il vecchio” è solo spazzatura da eliminare.
Ovviamente cosa sia “vecchio” lo decidono gli infallibili paladini del renzismo.
E, infatti, nella squadra dei futuri assessori, del “nuovo” Giachetti farà parte anche Livia Turco, esponente di quella sinistra dei Democratici che sono in aperto contrasto con l’ala “renziana” di cui “il radicale” Giacchetti è un eminente esponete.
“Ho scelto la Turco, per la straordinaria energia,freschezza e modernità di visione sul sociale. Magari questo potrà servire alla minoranza del PD, a Fassina e a tutti quelli che dicevano “il renziano Giachetti”. E’ la dimostrazione che io ragiono con la mia testa e non ho pregiudizi…………….”.
Così dichiara oggi sul Corsera il prode Giachetti.
Livia Turco, il “nuovo” della futura Giunta capitolina. 
Sì, sì, non sgranate gli occhi, proprio la “fu” ministra della solidarietà sociale dal 1996 al 2001(I Governo Prodi, Governo D’Alema), e poi ministra della salute dal 2006 al 2008 (II Governo Prodi), attualmente funzionario del Partito Democratico assunto nel 2013 perchè “esodata” della politica. Una scelta pesantemente criticata anche all’interno del “nuovo” PD; la vicepresidente Serracchiani bollò questa scelta come inopportuna e “scomoda”.
Un “vecchio” esponente che con un bel maquillage politico è “nuovo” in linea con la filosofia renziana.
Una filosofia dove tutto è fantasmagorico, dove le diatribe sono risolte con il nuovo “ecumenismo” che tutto appiana, tutto risolve, tutte le diversità (usiamo un termine politicamente corretto) all’interno della compagine di partito sono indirizzate al supremo fine comune: la buona politica che conduca alla corretta e capace gestione della “Res Pubblica”.
Questo è il “nuovo” del Partito Democratico, il “nuovo” per il sindaco di Roma.
I candidati delle altre compagini che si presenteranno alle imminenti elezioni sono, invece, il “vecchio”, dove le contese, le discussioni, i litigi non trovano alcuna soluzione, non si trovano sintesi che appianino i contrasti, che bloccheranno inevitabilmente la macchina amministrativa con gravi conseguenze se “malauguratamente” riusciranno a ottenere la maggioranza dei consensi e avranno l’onore e l’onere di governare.
In sintesi, “La vecchia politica” da rottamare.
Sì, come le impaginazioni di certi giornali che di “nuovo” hanno solo la carta su cui vengono stampati i caratteri degli articoli pubblicati che hanno un solo filo conduttore: il “nuovo” che avanza (ovviamente il “nuovo” indicato da Renzi & C.).
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)