Al sesto Simposio europeo sull’Impatto Sociale del Dolore (Societal Impact of Pain SIP), per la prima volta medici, pazienti, cittadini e Membri del Parlamento Europeo provenienti da 28 Paesi hanno definito un set di raccomandazioni concrete per mostrare all’Unione Europea e ai governi nazionali come affrontare il problema della sofferenza inutile. L’Italia tra i pochi Paesi europei che ha già riconosciuto l’importanza di misurare l’intensità dolorosa.

Al termine del simposio Societal Impact of Pain 2016 (SIP), svoltosi al Parlamento Europeo dal 23 al 24 maggio, sono state formalizzate 8 raccomandazioni di prossima pubblicazione, rivolte all’Unione e ai Governi nazionali, destinate a cambiare radicalmente la cura del dolore e il suo impatto sulla società: 1. dare applicazione all’Articolo 8.5 della Direttiva sull’Assistenza Sanitaria Transfrontaliera, che impone la misurazione del grado di dolore del paziente; 2. realizzare una piattaforma europea sull’impatto sociale del dolore; 3. inserire la gestione del dolore cronico all’interno delle politiche dell’UE sulle malattie croniche; 4. assicurare che la cura del dolore sia parte integrante delle politiche e delle strategie sull’assistenza oncologica; 5. avviare politiche volte a fronteggiare l’impatto del dolore sull’occupazione; 6. implementare misure adeguate, nei luoghi di lavoro, a tutela delle persone che soffrono di dolore cronico; 7. incrementare gli investimenti nella ricerca scientifica sul dolore; 8. dare priorità alle conoscenze sul dolore nella formazione dei professionisti sanitari, ma anche nell’informazione rivolta ai pazienti e alla popolazione generale.

Si tratta di raccomandazioni che arrivano dalla massima rappresentanza continentale di medici, specialisti e pazienti attivi a livello europeo nella lotta al dolore. Il network scientifico del simposio SIP, infatti, fa capo alla European Pain Federation EFIC® e l’edizione di quest’anno, che si è svolta sotto l’alto patrocinio del Ministero della Salute italiano, ha visto per la prima volta anche la partecipazione della comunità dei pazienti, rappresentata da Pain Alliance Europe (PAE) e della società civile, grazie al contributo di Active Citizenship Network (ACN). L’evento, come ogni anno, ha ricevuto un grant non condizionante dell’azienda farmaceutica Grünenthal GmbH.

“Il SIP 2016 ha rappresentato un grande passo in avanti nel nostro percorso verso la promozione di policy che garantiscano una miglior presa in carico del dolore in Europa”, ha dichiarato Chris Wells, Presidente EFIC. “Lavorare con Associazioni di pazienti, Membri del Parlamento Europeo e funzionari della Commissione ci ha permesso di entrare nel cuore del processo decisionale dell’Unione Europea”.

Un impegno teso a contrastare un problema il cui impatto sociale ha raggiunto dimensioni preoccupanti: il dolore cronico affligge infatti 1 cittadino europeo su 5, circa 80 milioni di persone. Solo il dolore muscolo-scheletrico causa il 50% di tutte le assenze dal lavoro in Europa e il 60% dell’inabilità al lavoro; il totale dei suoi costi diretti e indiretti è stato stimato in 240 miliardi di euro ogni anno, circa il 2% del prodotto interno lordo europeo. Proprio sull’importanza di gestire il dolore, e in particolare di misurarlo, ha posto l’accento l’articolo 8.5 della Direttiva 2011/24/EU sull’Assistenza Sanitaria Transfrontaliera. Ma a 4 anni dalla sua ratifica, secondo una survey condotta in 23 Paesi europei da EFIC, PAE, ACN, Grünenthal GmbH e Burson-Marsteller, solo Italia, Francia, Irlanda e Slovenia hanno riconosciuto l’importanza della misurazione dell’intensità dolorosa in ciascun paziente.

“È inaccettabile che ai pazienti siano negati i diritti sanciti da questa Direttiva”, ha evidenziato Joop Van Griensven, Presidente di Pain Alliance Europe. “Ci sono molte patologie nelle quali il dolore severo è una condizione invalidante, situazioni nelle quali la terapia non dovrebbe essere ritardata. Il dolore, se non trattato, può degenerare in patologia cronica”.

“La Direttiva sull’Assistenza Sanitaria Transfrontaliera dovrebbe essere la strada che garantisce ai pazienti l’opportunità di evitare il dolore inutile. Il dibattito di questi due giorni di simposio SIP ci ha aiutato a capire come dare piena attuazione a questa Direttiva”, ha aggiunto Mariano Votta, direttore di Active Citizenship Network.

Un maggior coinvolgimento della politica nella lotta al dolore cronico è quindi quanto mai necessario. Molto significativa è stata infatti la partecipazione di numerosi Membri del Parlamento Europeo a quest’edizione del simposio SIP. Tra questi, Giovanni La Via, Presidente della Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza alimentare, ha annunciato di essere a lavoro, insieme ad altri influenti Membri del Parlamento Europeo, per la stesura di una Dichiarazione Scritta sul dolore cronico.

“Il simposio SIP 2016 ha consentito di mettere insieme differenti prospettive nazionali sul tema della gestione del dolore, come i punti di vista di Italia, Germania, UK, e di tanti altri Paesi”, ha commentato Alberto Grua, Membro del Corporate Executive Board di Grunenthal. Ogni nazione ha fornito un contributo positivo da condividere con gli altri. Ci auguriamo che ciascuno abbia saputo farne tesoro”.