Da un po’ di tempo si parla sempre più spesso delle proprietà benefiche, in particolare antiossidanti, di questo arbusto della stessa famiglia di patate, peperoni, melanzane e pomodori. Le bacche di Goji crescono spontaneamente in Tibet, Cina, Mongolia e sull’Himalaya, anche il nome, Goji, deriva dal termine cinese bacche. In anni recenti sono giunte in Occidente, portando con sé la fama di bacche benefiche per la salute, ed anche in Europa ha avuto inizio la loro coltivazione. Secondo la medicina tradizionale cinese le bacche di Goji costituirebbero un vero e proprio elisir di lunga vita, in grado di promuovere il mantenimento di una buona salute per molti anni. In Oriente vengono definite il frutto della vitalità e della longevità. Presentano soprattutto proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Non esiste nessun motivo affinchè la “bacca della vita” non possa essere coltivata nelle nostre terre, dove può crescere rigogliosa, sfruttando le temperature ad essa più adatte, tipiche della nostra penisola. La rete di imprese agricole Lykion ha scommesso su un progetto innovativo, la coltivazione delle bacche di Goji in Italia, senza uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, ottenendo un prodotto di altissima qualità, da consumare fresco mantenendo inalterate le proprietà organolettiche che lo caratterizzano.goji-italiano-bio-vaschetta-da-80-gr

 

Le origini
In Asia i primi accenni a una pianta simile al Goji risalgono all’incirca al 2600 a.C. quando l’imperatore Shen Nung classificò la pianta del Lycium come uno dei tre fitoterapici più importanti insieme a tè verde e ginseng. Questa tradizione millenaria ha dato vita, in Cina, a coltivazioni ad alberello sia di Lycium barbarum che di Lycium chinense (che si caratterizza per una foglia più espansa, una bacca più piccola, più amara e meno pregiata in termini di capacità nutraceutiche) per diverse migliaia di ettari in molte zone vocate e a elevata altitudine. Ma la denominazione Lycium proviene secondo alcuni dalla regione della Licia, nella Turchia meridionale (ne parla il medico greco Dioscoride Pedanio, I secolo d.C., nel suo “De Materia Medica”) a testimonianza della probabile origine mediterranea di questa pianta miracolosa, utilizzata nella farmacopea tradizionale e monastica.
Nell’antica Roma, sempre nel I secolo, scrivono del Lycium e delle sue proprietà benefiche e antinfiammatorie Galeno di Pergamo, Aulo Cornelio Celso (nel suo trattato “De Medicina”) e Plinio il Vecchio ( “Naturalis historia”); questi a volte lo assimila ad altre piante officinali e a volte a loro estratti, o succhi, identificati e descritti anche come componente di colliri. Anche il noto Paracelso (XV secolo) parla abbondantemente del Lycium in termini di effetti benefici e medicamentosi. Molto interessante la similitudine tra il Lycium o Lykion inteso come pianta e come bacca (tra le cui proprietà vi è anche quella di migliorare la vista e rigenerare gli occhi) e il “lykion” di Pompei, il contenitore del IV-II sec. a.C. Quest’ultimo è un’olletta tronco-conica in ceramica a vernice nera che presenta scritto in rilievo il nome lykion in greco (accompagnato da un inedito e interessante monogramma, che era il logo del farmacista dell’epoca) che ne indica il contenuto: “Collirio licio” o semplicemente “licio”, inteso quale collirio per antonomasia (Giulio Vallarino – “Un inedito contenitore di LYKION da Pompei” – Archeologia Classica Vol. LIV – n.s 4 -2003”). Trattasi dunque di una ulteriore testimonianza della diffusione e del commercio di prodotti medicamentosi in tutta la Magna Grecia, Goji compreso.
Passato e futuro
Pur essendo quindi il Goji considerato un prodotto tipico della Cina, anche l’Italia si è dimostrata vocata alla coltivazione del Lycium barbarum. Esempi di sperimentazione e coltivazione si trovano dal nord al sud, a macchia di leopardo, sull’onda del successo delle bacche di Goji essiccate che da circa un decennio sono importate dall’oriente da diverse centinaia di aziende europee che le confezionano e le immettono su vari mercati: on-line, GDO, erboristerie e anche farmacie. Si tratta di un mercato in fase di crescita forte e costante.

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Le proprietà
Il successo del Goji, detto bacca “della felicità”, “della longevità”, “della salute” o “diamante rosso” per il forte colore, è dovuto alle sue grandi proprietà nutraceutiche, che portano ad innumerevoli benefici per la salute ed il suo mantenimento. Studi scientifici hanno confermato che le proprietà benefiche delle bacche di Goji sono molteplici e potenti, soprattutto quelle antiossidanti, utilizzate infatti anche per il trattamento e la prevenzione del cancro; polifenoli, vitamine; oligoelementi; acido ellagico, polisaccaridi specifici (i quattro PSLB – Polisaccaridi del L. Barbarum utilizzabili dai diabetici), che lo rendono un vero e proprio super fruit e un apprezzatissimo functional food. Ricerche accademiche hanno dimostrato che il Goji fa bene alla vista, alla respirazione, alla digestione, alla riproduzione, all’epidermide e alla massa muscolare. Inoltre, regola la circolazione arteriosa, riduce il colesterolo cattivo, ha effetto antinfiammatorio, energizzante, anticoagulante e vasodilatatore, spezza l’appetito, migliora la concentrazione e le difese immunitarie. In generale le bacche di Goji risollevano il tono della salute, c’è addirittura chi sostiene che sarebbero d’aiuto anche sotto il punto di vista sessuale. Non solo le bacche posseggono caratteristiche salutistiche, ma anche le foglie, i germogli, i fiori, i rami, la corteccia, le radici.

La rete di imprese “Lykion” collabora con vari atenei su programmi di ricerca specifici. In particolare, il Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino, ha tracciato il profilo ORAC, ossia la capacità antiossidante delle bacche di Goji Italiano, ottenendo risultati eccezionali sulle quantità di polifenoli e di antiossidanti liberi e legati contenuti anche nelle conserve e nelle confetture: poche dosi giornaliere di bacche fresche di Goji Italiano o di confettura soddisfano il fabbisogno in antiossidanti dell’organismo umano.pack-confettura-goji-e-zucca-gialla

 

Le conserve e confetture nutraceutiche a base di Goji Italiano presentano un elevato contenuto di antiossidanti totali antiossidanti liberi, cioè immediatamente biodisponibili, e antiossidanti legati, ovvero liberabili dalla flora intestinale – che possono soddisfare la necessità di 3.000-5.000 unità ORAC (μmolTE/ 100g) giornaliere da assumere nell’organismo con effetto antiossidante contro i radicali liberi ma anche con altre funzioni salutistiche. Il test ORAC sulle bacche di Goji Italiano ha consentito di definire una quantità in unità ORAC superiore a 3.100 per le bacche fresche e superiore a 20.000 per le stesse bacche essiccate. Tali dati confermano gli studi finora già conosciuti e diffusi e si riferiscono agli antiossidanti cosiddetti liberi ovvero maggiormente biodisponibili.
Il picciolo della bacca è edibile e presenta anch’esso valori interessanti che inducono a consigliarne l’utilizzo, ad esempio nell’insalata. Fresco, ha quasi le stesse unità ORAC della bacca, mentre supera le 14.000 quando è essiccato. Considerando pertanto tutti gli antiossidanti ossia quelli subito biodisponibili e quelli legati, che saranno liberati durante la digestione, si sono ottenuti i seguenti valori di unità ORAC, in μmolTE/100g: Confettura extra di Bacche fresche e bio di GOJI ITALIANO: 31.000; Confettura extra di Bacche fresche e bio di GOJI ITALIANO e Zucca gialla bio: 20.400; Confettura extra di Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP e Bacche fresche e bio di GOJI ITALIANO: 30.000; INTRIGO ROSSO, filetti sott’olio di Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP e Bacche fresche e bio di GOJI ITALIANO: 8.550. A tali prodotti va aggiunta un’altra esclusiva produzione nutraceutica: la Marmellata extra di bergamotto bio con Bacche fresche e bio di GOJI ITALIANO.
I prodotti al Goji possono essere utilizzati a colazione, a pranzo e a cena, come contorno durante ogni pasto o come snack. Quando l’alimentazione giornaliera prevede la carne, accade che nel plasma del sangue la quantità di antiossidanti si annulli o vada “in negativo”. L’abitudine di accompagnare le carni a contorni costituiti da verdure, contribuisce a ristabilire di poco il livello di unità ORAC. Accompagnare invece l’assunzione di carni alla confettura di Goji Italiano o alla conserva sott’olio di cipolla e Goji Italiano significa recuperare immediatamente i livelli di antiossidanti e determinarne un valore più che positivo. L’abbinamento delle confetture di Goji Italiano con i formaggi invece, contribuisce a tenere sotto controllo nel sangue il livello di colesterolo che viene apportato dai latticini.
Il Gusto del Goji
Le bacche di Goji cambiano sapore a seconda del loro utilizzo. Essiccate ricordano il dattero, uva passa, pinoli e liquirizia. Le bacche fresche invece iniziano con un sentore di ciliegia e mora, per continuare con sentori di mango e papaya e per finire con un leggero mandorlato-amarostico. Se consumate col picciolo (ricco di preziosi antiossidanti) si avverte un originale e delicato senso di piccante sul finale. Nel gelato (a base acqua) e nella granita le bacche fresche hanno un sentore iniziale di frutta esotica per finire con la mora e la ciliegia. La confettura di bacche di goji e zucca gialla ricorda mela cotogna, ciliegia, agrume e mandorla.
La produzione del Goji Italiano
Promotore e Coordinatore della “Rete di Imprese LYKION per la filiera multiregionale del Goji Italiano” è Rosario Previtera, agronomo, docente e libero professionista.
Quella del GOJI ITALIANO è una filiera agricentrica, nel senso che nella costruzione del prezzo finale del prodotto, il margine di guadagno maggiore deve spettare all’agricoltore, al contrario di quanto oggi generalmente accade. E con un prodotto agricolo ad alto reddito come il Goji bio ciò è possibile soprattutto con il clima del Sud Italia. Alle aziende agricole che aderiscono alla Rete sono garantiti fino a 20 euro/kg, oltre a un’assistenza tecnica completa, dall’impianto alla coltivazione fino alla commercializzazione di Goji Italiano, una formazione professionale completa e addirittura convenzioni con primari istituti bancari nazionali che offrono mutui agrari a tasso agevolato (da 0,6% al 3,50% di interesse). Mensilmente sono effettuate visite guidate presso gli impianti pilota della Rete con decine di imprenditori agricoli interessati da tutto il Meridione. Inoltre è in atto la collaborazione con diversi atenei italiani che stanno conducendo importanti ricerche e sperimentazioni al fine di ottenere risultati scientifici sul frutto fresco, dato che la gran parte della bibliografia esistente si basa sugli studi delle bacche disidratate.
Gli investimenti per un ettaro di Goji completo ammontano mediamente a 30-35 mila euro. Considerando una produttività di bacche fresche di ca. 2 t/ha al primo anno, 5 t/ha al secondo, fino a 10 t/ha dal terzo anno in poi, è evidente che l’agricoltore si ripaga dell’investimento già tra il primo e il secondo anno. Mettendo a dimora entro giugno/luglio (è possibile fino a settembre), in soli tre mesi la pianta supera i 2,5 m di altezza e produce anche le prime bacche fino a novembre.
Le piante selezionate, certificate BIO e MUN (Marchio Unico Nazionale “IT”), fornite dai vivaisti convenzionati in esclusiva con la Rete, sono messe a dimora (col supporto di cannuccia o di filo verticale come per il pomodoro) con sesti di impianto di 2,5 m x 1 m e allevate a spalliera con una densità di impianto di 4.000 piante/ha. I terreni dedicati devono essere liberi e incolti, esposti a sud, di medio impasto o tendenzialmente sabbiosi: non devono essere argillosi in quanto la pianta soffre i ristagni idrici. Sono lavorati e letamati specificatamente e, soprattutto, muniti di baulatura (con o senza pacciamatura) prima dell’impianto, direzione nord-sud, con i pali di testata e i pali intermedi (ogni 6-8 m) che sostengono tre ordini di fili in acciaio. La baulatura, usata in frutticoltura moderna, consente di migliorare le condizioni del terreno e quelle dell’apparato radicale della pianta. Tra i filari si suggerisce di seminare Trifoglio (il subterraneum in particolare) per la costituzione di uno strato pacciamante naturale estendibile anche sulla baulatura stessa, laddove non viene steso il telo pacciamante che in genere non è consigliato. Al primo filo, all’altezza di 60-80 cm viene collocata l’ala gocciolante auto-compensante con gocciolatoio e connesso “spaghetto” che giunge nei pressi del colletto della pianta. L’impianto irriguo è necessario per la fertirrigazione a base di prodotti ammessi dall’agricoltura biologica. La pianta non necessita di più di 3 l di acqua al giorno. I pali (in cemento o legno) devono avere una altezza massima di 2,20 m. La pianta raggiunge anche i tre metri di altezza.
La fioritura in clima caldo mediterraneo comincia ad aprile e si consolida a maggio. Tra fine maggio e inizio novembre abbiamo fioritura, allegagione e maturazione delle bacche circa ogni 15-20 giorni. Il fiore, da bianco, diventa viola, la bacca inizia ad allegare, si accresce e assume le dimensioni giuste per essere raccolta (da 1,5 a oltre 2 cm) in soli tre giorni, virando dal verde all’arancio e al rosso corallo.
La raccolta, da giugno a novembre, avviene ogni due giorni circa dagli stessi rami produttivi. La raccolta della bacca con tutto il picciolo e la selezione avvengono in campo così come il confezionamento. Pesatura e controllo di qualità del prodotto fresco sono effettuati presso punti di stoccaggio e selezione opportunamente individuati.
La shelf-life del prodotto in vaschetta da 90-100 gr a 4-6°C va da 7 a 9/11 giorni. I costi stimati di coltivazione non superano i 5-7.000 euro/ha. La raccolta con sistema a spalliera incide per circa 3 euro/kg. Arriva anche a superare i 7-8 euro/kg con sistemi di allevamento a fusetto e alberello. La potatura praticata a gennaio è una semplice cimatura al primo filo al primo anno e al secondo filo al secondo anno, per irrobustire il tronco.
La coltivazione in serra non è consigliata sia per motivi fitopatologici (anche se con effetti minimi al Sud: sporadici attacchi di nottuidi, tripidi, afidi, muffe all’attacco del picciolo) sia per questioni organolettiche della bacca e di espansione e crescita della pianta, la quale rende meglio in pieno campo e dove non è ombreggiata. Recenti analisi sulla presenza di antiossidanti nei residui di potatura ne hanno dimostrato la scarsità o inesistenza nei rami provenienti dalle piante coltivate in serra.
Oggi la Rete di imprese Lykion consta di più di 30 aziende agricole e non solo, tra Calabria, Basilicata, Sicilia per più di 15 ettari (costituendo l’impianto diffuso più grande d’Europa) e prossimamente sarà presente in Sardegna, Puglia e Lazio. La Rete consente di impiantare da un minimo di un ettaro a un massimo di due ettari.
Le declinazioni del Goji italiano
Oltre al prodotto fresco la rete ha realizzato la Confettura extra di Bacche fresche di Goji italiano e Zucca gialla (in vasetti da 110 g e 40 g), certificata anche Vegan OK, che è stata premiata col premio Golosario 2016 al SOL&Agrifood di Verona e selezionata come “Novità di prodotto” al Cibus di Parma.
Altri prodotti a base di Goji sono le Confettura extra di Bacche fresche e bio di Goji Italiano, la Confettura extra di Cipolla Rossa di Tropea IGP Calabria e Bacche fresche e bio di Goji Italiano, la Conserva “Intrigo Rosso”, filetti sott’olio di Cipolla Rossa di Tropea IGP Calabria e Bacche fresche e bio di Goji Italiano, la Marmellata extra di bergamotto bio con Bacche fresche e bio di Goji Italiano, e infine, il “Gojito”, infuso alcolico di bacche di Goji.
La Rete non annovera solo aziende agricole ma anche imprese di servizi, di trasformazione e del turismo rurale ed enogastronomico. Tra i progetti in atto vi è anche il programma del turismo del Goji Italiano ovvero “i luoghi del Goji Italiano”, dove i turisti potranno raccogliere direttamente il prodotto in campo in estate e alloggiare presso gli agriturismi delle aree interessate, in cui gli “chef del Goji italiano” insegneranno a utilizzare le bacche nei menu: dall’antipasto al dolce e fino a cocktail e agli smoothies.
Lo smoothie, energetico e dissetante, è il “fiore all’occhiello” del Goji italiano: è sufficiente versare una vaschetta da 90-100 gr di bacche fresche col picciolo nel frullatore con due cubetti di ghiaccio e frullare per pochi secondi. Il fresco, il vegetale, l’ace e la carota iniziali lasciano il posto a sentori esotici e di mango. Un mezzo bicchiere di succo di melograno in aggiunta ne esalta le peculiarità.
Per informazioni:
GOJI ITALIANO – Rete di imprese “LYKION”
E-mail: info@gojiitaliano.com Tel. 0965/794323