Nell’ambito del progetto “Roma verso Expo”,  volto a promuovere la grande esposizione universale, si è voluto dare l’opportunità di presentare a Roma, fino a giugno 2015,  il proprio Paese estero attraverso le rispettive Ambasciate, che hanno aderito all’ Expo. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, sarà  un vero e proprio viaggio attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della terra per riflettere sul tema.  In anteprima la Polonia si presenterà a Roma con una mostra che sarà inaugurata il 24 aprile dal Sindaco di Roma, Ignazio Marino e dall’Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia, Tomasz Ortowski. La mostra chiuderà i battenti il 3 maggio. La Polonia sarà presente all’Expo con un  padiglione, che la contraddistinguerà. Il motivo conduttore sarà la natura ed  il riciclo e saranno riutilizzate nell’occasione delle cassette di legno già usate per la frutta e la verdura.Varsavia

A Varsavia il Parco Lazienki, vero polmone di verde per la città, è una delle mete preferite dai cittadini e dai turisti che scelgono di visitare la capitale.  Il verde è stato fondamentale per ricostruire la città distrutta nell’ultimo evento bellico. Spettacolari i giardini pensili su alcuni luoghi pubblici, come quelli della Biblioteca dell’Università con i suoi originali 2000 metri quadrati di verde attrezzato sul tetto con passerelle, ponti e pergolati. Proprio per questo amore per il verde, il padiglione della Polonia è stato previsto come un frutteto con filari di alberi di mele, di cui il Paese è leader. I visitatori potranno così raccogliere personalmente sul tetto i frutti dagli alberi.   Il tema dell’Expo ha molto affascinato la Nazione e lo slogan che è stato scelto per i visitatori non a caso è : “Abbiate ogni speranza o voi che entrate”.  La direttrice dell’Ente del Turismo della Polonia a Roma, Malgorzata Furdal,  ricorda che quest’anno Varsavia, città in continua evoluzione, e Cracovia, che rimane la città storica per eccellenza, saranno protagoniste. La Polonia, nell’ambito dell’Expo dedicherà una settimana, dal 18 al 24 maggio, al turismo per ritrovare quel gusto che il comunismo aveva cancellato. La Polonia e l’Italia sono unite da antichi legami. Il 72% dei turisti viaggia nel paese in maniera autonoma, mentre tutti gli altri arrivano in Polonia tramite tour operator. Alcova della tradizione e guardiana del passato, ma con uno sguardo vivace sul contemporaneo, Cracovia, città a misura d’uomo con le sue atmosfere mitteleuropee, regala l’esperienza più sincera della Polonia a chi vi si avvicina per la prima volta. Sulla collina del Wawel sorge il castello, antica residenza dei re polacchi, oggi meta obbligata di chiunque visiti Cracovia. Nel raggio di poco più di un chilometro sorge la Piazza del Mercato vero e proprio centro storico, meta di passeggiate e del turismo più tradizionale con i suoi monumenti come la cattedrale gotica di Santa Maria e il Fondaco dei Tessuti. Nei momenti di relax ci si può sedere a bere un caffè o un bicchiere di vino magari ascoltando musica dal vivo. Nel quartiere ebraico di Kazimierz vi sono innumerevoli piccoli locali, alcuni dei quali organizzano spesso serate a tema, altri sono luoghi di ritrovo e fanno del quartiere la meta più classica della vita notturna in città. A Kazimierz si tiene come ogni anno  in giugno  il Festival della cultura ebraica più noto d’ Europa, giunto alla sua venticinquesima edizione. A pochi passi dalla Piazza del Mercato si snoda il “quartiere universitario” di Cracovia. La sede dell’ Università, fondata nel 1364,  è ospitata nel maestoso palazzo neo-gotico del Collegium Novum,  che raccoglie quasi tutti i maggiori edifici storici dell’ateneo. C’è poi una Cracovia meno tradizionale. È il caso di Zablocie, storico polo produttivo e oggi panorama post-industriale nella sua massima espressione, con fabbriche dismesse trasformate in discoteche, scuole d’arte, spazi teatrali. Il simbolo più evidente della vivacità espressiva di Zablocie è il Mocak, il museo di arte contemporanea collocato negli storici edifici delle fabbriche di Schindler, rese famose dal film di Spielberg, in cui vengono esposte le opere moderne più significative. Un’altra zona che sta conoscendo nuova vita è l’ex-area metallurgica e quartiere operaio di Nowa Huta. Ideato di sana pianta dal 1949 su suggerimento personale di Stalin, il quartiere avrebbe dovuto rappresentare il prototipo di città socialista, progetto che si scontrò con la volontà dei cittadini che nel 1969 ottennero persino il permesso per la costruzione di una chiesa, caldeggiati dall’allora arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, l’attuale San Giovanni Paolo II.

Negli anni immediatamente successivi alla caduta del socialismo, Nowa Huta ha conosciuto un periodo di degrado sociale a seguito di una forte disoccupazione, dovuto alla chiusura delle fabbriche, ma oggi con spirito originale e brillante mette in evidenza la sua forte identità di quartiere socialista per attirare i visitatori curiosi di vedere quella Polonia scomparsa. A Nowa Huta vengono organizzati veri e propri “communist tours” con itinerari in “Trabant”, la vettura che più di ogni altra caratterizzava i Paesi dell’Est, cene nei piccoli ristoranti dai prezzi politici e dall’aspetto modesto, ma inconfondibile, serate anni ’80 e proiezioni di vecchi film di propaganda. Una vera e propria full immersion nel passato!

                                                                                                      Harry di Prisco