La tournée de L’Attesa di Remo Binosi, dopo il successo della stagione appena trascorsa, venerdì 28 ottobre alle ore 21.00 riparte dal Teatro Mancinelli di Orvieto.

Sarà portato in scena da Michela Cescon con due interpreti di eccezione come Anna Foglietta e Paola Minaccioni.
Le scene sono firmate da Dario Gessati, i costumi da Giovanna Buzzi, il disegno luci da Pasquale Mari, i suoni da Piergiorgio De Luca.
Ancora una volta compagno di viaggio è TEATRO STABILE DEL VENETO cui si aggiungono FONDAZIONE MUSICA PER ROMA, TEATRO STABILE DI BOLZANO, ATCL Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio.
Il testo è pubblicato da La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi (marzo 2022).

Lo spettacolo approderà al Teatro Carcano di Milano martedì 8 novembre (repliche fino a domenica 13 novembre) (scopri tutte le date)

L’Attesa è il testo che ha fatto conoscere l’autore veneto – scomparso prematuramente nel luglio del 2002 – al grande pubblico permettendogli di conquistare il «Biglietto d’oro Agis» come migliore novità italiana nel 1994 – ne l’indimenticata produzione di Teatro Due di Parma diretta da Cristina Pezzoli e interpretata da Maddalena Crippa ed Elisabetta Pozzi (che rimane per altro ad oggi l’unica messinscena del testo degna di nota)– e che nel 2000 è diventato un film, Rosa e Cornelia, diretto da Giorgio Treves.

Ventisei anni dopo, Cescon ha deciso di riproporlo con due interpreti molto amate dal pubblico: Anna Foglietta e Paola Minaccioni, per la prima volta insieme sul palco per dare corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla serva Rosa.

Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento cui è difficile rimanere indifferenti e – nonostante l’azione sia ambientata nel ‘700 – i temi e i contenuti sono universali: anche oggi a tanti anni dalla sua scrittura, è un testo contemporaneo, caratteristica che solo le grandi opere hanno.

Il rapporto serva-padrona, il doppio, il grande seduttore Casanova, la maternità, il male, la morte – sono raccontati con cambi di registro narrativo: dalla commedia al dramma, dal noir fino a sfiorare la tragedia.

Il linguaggio è originale e sorprendente, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo.

La particolarità della messinscena di Cescon è che parte dalla prima stesura che l’autore veronese fece del testo – datata 1991 – che presenta notevoli differenze rispetto a quello portato in scena nel 1994: la nutrice ha un ruolo decisamente più marginale che in questa messinscena scomparirà completamente; i dialoghi sono più scarni, quasi bergmaniani; l’azione si concentra totalmente sulle due protagoniste e sull’evoluzione del loro rapporto durante la forzata clausura.

Nel 2022 ricorre anche il ventennale della prematura scomparsa di Binosi, personalità originale ed eclettica: giornalista e autore di teatro, ci ha lasciato testi interessantissimi per l’impronta non realistico e spesso dedicati alle donne con profondità e leggerezza: oltre “L’Attesa” ricordiamo “Il Martello del Diavolo”, “La Regina Margot”, “Betty”.