Ieri sono state liberate le due ragazze prigioniere in Siria dal 31 luglio scorso.
Dalle notizie di cronaca seguite alla liberazione sarebbe stato pagato ai rapitori, da parte dello Stato Italiano, un riscatto che ammonterebbe a 12 milioni di euro.
I rapitori, meglio sottolinearlo, sarebbero componenti la fazione Jihadista Al Nusra che fa parte della formazione criminale e terroristica di Al Qaeda.
Come , già sottolineato da molti, i soldi del riscatto saranno probabilmente utilizzati dai criminali rapitori per acquistare armi, munizioni e continuare la loro “guerra santa” contro l’occidente.
Gli aspetti da rimarcare però, a mio modesto avviso, sono anche altri.
Dalla vicenda si evince che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B per lo Stato Italiano.
Come giustamente ricordato quest’oggi, una bambina italiana di Vimercate figlia di una donna italiana e di un uomo siriano è stata “rapita” dal padre e portata in Siria 4 anni fa nonostante l’affidamento fosse stato affidato dal giudice dei minori alla madre.
Nonostante gli appelli continui della genitrice e l’intervento della trasmissione televisiva “Le Iene” nulla si è risolto e la bambina ormai parla solo arabo e non ha più rivisto sua mamma da allora.
Ebbene, questa bambina, come molti altri analoghi casi, vive la condizione di sequestrato, in un paese straniero e in una situazione di guerra e di pericolo senza che le istituzioni italiane non abbiano fatto nulla o quasi, tanto meno abbia pagato milioni per riconsegnare il minore al genitore legittimato della patria potestà.
Una condizione di serie B la vissero anche le decine di persone rapite alla fine degli anni 80 e ad inizio anni 90 dalle organizzazioni criminali italiane, allorchè fu stabilito per legge il blocco dei loro beni e il divieto di pagare il riscatto da parte dei loro parenti.
Un provvedimento duro, considerato cinico, che provocò la morte di alcuni di loro , ma che fece vincere lo Stato contro quell’organizzazioni e portò alla scomparsa del triste fenomeno.
Un provvedimento , che attualmente viene adottato da Usa e Gran Bretagna nei confronti dei loro cittadini che vengono rapiti dalle organizzazioni criminali internazionali.
Non si vuole adottare questa decisione, perchè ritenuta non adatta al contesto, allora si richieda un’assicurazione obbligatoria contro questo tipo di reati per tutti coloro che per lavoro, per volontariato o per turismo si recano in luoghi ad alto rischio.
Non deve essere più lo Stato a pagare con le tasse dei cittadini certe “baldanze” e certe “manie di protagonismo”.Salassi pagati per liberare persone che non posseggono le doti, la preparazione, le capacità necessarie (come , per inciso, sostenne giustamente l’inviato del Corriere Della Sera, Lorenzo Cremonesi esperto giornalista e conoscitore di quelle realtà), per recarsi in certi contesti.
Un’assicurazione obbligatoria come è richiesta per il soccorso alpino effettuato nei paesi stranieri a favore di alpinisti italiani in difficoltà. 
Infatti coloro che non sono titolari di un’ assicurazione dovranno farsi carico di tutte le spese sostenute per il loro soccorso.
Assicurazione obbligatoria, prevista anche in alcune regioni italiane come Valle d’Aosta, Trentino, Veneto.
Assicurazione , per altro richiesta anche per tutti coloro che si recano in Paesi extra Europa come USA e Canada, dove non è prevista l’assistenza medica gratuita.
A tal proposito è utile ricordare la drammatica vicenda accaduta nei primi anni 90 a due turisti italiani feriti con colpi d’ arma da fuoco durante una rapina perpetrata ai loro danni in una strada di Miami, ricoverati per settimane in un nosocomio della città della Florida, che si videro recapitare , una volta tornati in Patria, una parcella salatissimo per le spese sostenute dalla struttura sanitaria e ammontanti a quasi un miliardo di vecchie Lire.
La vicenda delle due cooperanti italiane, “morale della favola” (anche se di favola non si dovrebbe parlare), mette in evidenza come si viva in un mondo in cui si chiede a gran voce di esercitare la propria libertà, ma non si vuole assumersi tutte le responsabilità e i doveri conseguenti qualunque scelta si faccia.
Troppo comodo, troppo facile, si è maggiorenni e allora oltre a possedere diritti si deve per prima cosa rispettare i propri doveri
Qualunque problema, lo Stato deve intervenire, deve fare “da mamma” a certi infanti cittadini.
E a questi cittadini maggiorenni , ma ancora minorenni per la loro mancanza di senso di responsabilità è utile ricordare una frase di JF Kennedy che pronunciò durante il suo discorso di insediamento alla presidenza degli USA nel 1962: “”Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese
Massimo Puricelli
Legnano(MI)