Esperti di tutto il mondo riuniti a Toronto per discutere le strategie necessarie per prevenire l’impatto globale delle malattie da trombosi

Il grande pubblico non sa che cosa sia la Trombosi, non ne conosce i sintomi premonitori e non è consapevole dei fattori di rischio: migliorare la conoscenza è indispensabile per prevenire i danni provocati dalla Trombosi, che può colpire le vene (trombosi venosa) le arterie (aterotrombosi) il cervello (ictus cerebrale e trombosi dei seni venosi cerebrali) il cuore (infarto del miocardio) o liberare emboli che colpiscono gli arti inferiori (arteriopatia periferica) o il polmone (embolia polmonare).

Nel corso del XXV Congresso della International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH) scienziati e clinici provenienti da tutti i Paesi del mondo si confrontano sul tema della Trombosi e in particolare della Trombosi che si verifica nelle vene (trombosi venosa profonda) e della sua complicanza più grave, l’embolia polmonare: un evento molto frequente ma assolutamente sottovalutato in tutti i Paesi.

La trombosi uccide: è il meccanismo responsabile del 25 per cento del totale delle morti nel mondo. Una persona su quattro fra coloro che perdono la vita per qualunque causa è colpita da una malattia causata dalla Trombosi.

  • In Europa e negli USA ogni anno si muore più per colpa della Trombosi che per cancro della mammella e della prostata, per incidenti stradali e per AIDS messi insieme i
  • Oltre la metà dei casi di trombosi si verifica in persone che sono state o sono ricoverate in ospedale: la trombosi è una complicanza altamente prevedibile e prevenibile, è causa di morte più della polmonite o delle tanto temute infezioni ospedaliere.ii
  • Nonostante sia noto il rischio di trombosi associato alla degenza in ospedale, non tutte le strutture valutano il rischio trombo embolico dei pazienti e prendono i provvedimenti necessari per evitare questi eventi, e questo significa perdere un’opportunità di salvare vite e ridurre le complicanze.

Un’ inchiesta recente ha confermato che la conoscenza della Trombosi e dei sintomi premonitori e delle sue cause è molto diversa nei diversi Paesi: è indispensabile quindi trovare applicare metodi che aumentino l’educazione della popolazione e l’attenzione dei medici su questo tema con l’obiettivo di salvare vite e prevenire malattie che possono essere non solo mortali ma anche fortemente invalidanti anche in persone giovani. L’inchiesta ha coinvolto 800 persone in Argentina, Australia, Canada, Germania Giappone Thailandia Olanda, Regno Unito e Stati Uniti.

In Italia, il drammatico ritratto della povertà delle conoscenze in questo campo nel nostro Paese è stato fotografato da un’indagine voluta da ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus svolta nella prima decade del mese di aprile 2012 da Datanalysis, istituto di ricerche demoscopiche nell’area salute, su un campione rappresentativo di mille italiani con un’età compresa tra i 18 e i 77 anni. Dall’inchiesta è emerso che: solo un italiano su 3 conosce il significato della parola “trombosi”e più della metà non sa che le malattie da trombosi si possono evitare, soprattutto i cittadini del centro-sud. La ricerca ha evidenziato che anche tra il 33% di italiani che conoscono le malattie da trombosi e le loro cause, la maggioranza ignora la loro reale incidenza. Alla domanda che chiedeva loro se il tumore alla mammella nella donna colpisce di più o meno della trombosi, quasi la maggioranza del campione non ha saputo rispondere e solo 10% degli intervistati ha dato la risposta corretta, riconoscendo la maggiore incidenza della trombosi tra la popolazione femminile rispetto al cancro.

Per le donne i dati di incidenza delle malattie da trombosi sono impressionanti: su 100 donne, 54 perdono la vita per colpa di una malattia cardiovascolare e solo 18 per ilcancro – ha sottolineato Lidia Rota Vender, presidente di ALT -. Il problema maggiore è che si continua ad ignorare o a sottovalutare il questo rischio, soprattutto a causa della disinformazione. Le donne ancora non sanno che soprattutto in menopausa il nemico numero uno si chiama trombosi, con rischi aumentati rispetto agli uomini e maggiori probabilità di andare incontro a una diagnosi tardiva, perché le manifestazioni cliniche delle malattie cardiovascolari nelle donne rendendo più difficile il loro riconoscimento.

I risultati dell’indagine, sono stati presentati in occasione della prima giornata nazionale per la lotta alla trombosi (18 aprile 2012), patrocinata dal Ministero della Salute e ideata dall’Associazione che da 25 anni si batte per la prevenzione e la cura della malattie cardiovascolari da trombosi, come infarti, ictus ed embolie polmonari. “L’estensione a livello globale della Giornata contro la Trombosi di ALT arrivata alla prossima quinta edizione non può che rincuorarci sulla serietà e sull’importanza della nostra missione” – sostiene Lidia Rota Vender.

Iniziative di questo genere sono occasioni per promuovere tra la popolazione uno stile di vita sano, basato su una corretta alimentazione e regolare attività fisica, attraverso workshop, competizioni sportive, serate enogastronomiche e attività di informazione organizzate su tutto il territorio nazionale. La prevenzione delle malattie da trombosi, infatti, non solo è possibile, ma può diventare incredibilmente efficace adottando semplici accorgimenti nella vita di tutti i giorni. “Alla luce dei risultati dell’indagine conoscitiva eseguita da ALT, il valore del nostro lavoro assume ancora più rilevanza, perché lo studio ha evidenziato con chiarezza che c’è ancora molto da fare sul fronte dell’informazione, essenziale per diffondere la cultura della prevenzione di queste malattie, causa del 44% dei decessi registrati ogni anno nel nostro Paese – ha commentato Lidia Rota Vender. Purtroppo le persone ancora non sanno che le malattie da trombosi si possono prevenire efficacemente, rinunciando alle cattive abitudini che mettono seriamente a repentaglio la salute del cuore e dei vasi sanguinei, come sedentarietà, fumo, alcol e cibi grassi. E di fronte a una diffusa disinformazione, la ricerca ci mostra ancora una volta una situazione a macchia di leopardo, con le zone del nord Italia più consapevoli del rischio trombotico, a fronte di altre zone d’Italia dove questa percezione del problema è praticamente inesistente”.

ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus è un’Associazione libera, indipendente e senza fini di lucro. Dal 1987 è impegnata a livello nazionale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari da Trombosi – Infarto cardiaco, Ictus cerebrale, Embolia Polmonare, Trombosi arteriosa e venosa -, nel sostegno finanziario alla ricerca scientifica interdisciplinare e nella specializzazione di giovani medici e infermieri. Realizza campagne educative mirate a combattere i principali fattori di rischio e a creare consapevolezza sui sintomi precoci delle malattie che la Trombosi determina. Dal 1995 rappresenta l’Italia in EHN, network europeo di 31 associazioni e fondazioni dedicate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Per informazioni: www.trombosi.org  –  Tel. +39. 02.58.23.50.28