Occasione per rivisitare la Villa e i Giardini Reali di Monza, splendidi nella livrea autunnale e misteriosi con le brume d’inverno, è la mostra allestita nel Serrone, incentrata nella figura della Monaca di Monza, al secolo Marianna de Leyva, colta nel suo fascino oscuro tra verità  storica e trasposizione letteraria.

Lo spaccato sulla vita e la cultura della Milano del Seicento attraverso la disamina della sua esistenza tormentata, diventa l’opportunità per indagare su una condizione femminile che si protrarrà per secoli, quella delle “malmonacate”, giovani provenienti da famiglie aristocratiche o anche solo agiate, obbligate a entrare in convento per evitare la dispersione del patrimonio. Un espediente squisitamente economico responsabile di segnare inesorabilmente il destino di molte giovani, colpevoli solo di essere nate femmine. Uniche consolazioni nella loro scelta obbligata, lo stretto contatto con la natura e la possibilità, rara per le donne all’epoca, di poter avvicinarsi al mondo della cultura.

 “Interno di convento” di Giovanni Migliara, olio su tela 1815-1820, Fondazione Cariplo.

“Interno di convento” di Giovanni Migliara, olio su tela 1815-1820, Fondazione Cariplo.

Nella versione emblematica manzoniana, Suor Maria Virginia, pur figura autoritaria e di rilievo, chiamata, infatti, “la Signora”, cade vittima della passione per Gian Paolo Osio e diviene protagonista di una serie di truci vicende degne di un romanzo gotico. Solitudine e pentimento la porteranno comunque alla redenzione. Una storia “noire”, con finale “edificante”, non poteva che diventare felice motivo ispiratore nella pittura dell’Ottocento, già affascinata da temi vicini alla vita monastica.
Il Catalogo di Belvite Editore, specializzato da decenni nel raccontare la Brianza, è curato da Lorenza Tonani e Simona Bartolena, curatrici della mostra.

www.reggiadimonza.it/la monacadimonza  www.vidicultural.com

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento.