Sabato 14 marzo, presso l’Expo Gate di Milano, Géza Szőcs, Commissario Generale per l’Expo per il Governo Ungherese, Stefano Acbano, Participants Program Manager della società Expo 2015, Edit Szekely, Direttrice del programma ungherese per Expo 2015 e rappresentante del Ministero delle Risorse Umane ungherese, Zsofia Kesztyus, in rappresentanza del General Contractor Carpathia Srl, hanno presentato il Padiglione Ungheria per Expo Milano 2015. L’evento, moderato da Andrea Osvart, famosa attrice ungherese, testimonial dell’Expo 2015 per l’Ungheria, si è svolto in concomitanza con la Festa Nazionale ungherese per la commemorazione del 15 marzo 1848.

Partendo dal tema della partecipazione dell’Ungheria all’Esposizione Universale “Dalla fonte più pura”, con questo Padiglione, il Paese valorizzerà l’importanza della salubrità del cibo, di uno stile di vita sano e della necessità di garantire la sicurezza alimentare e la biodiversità per le generazioni future.

Il Padiglione Ungheria, durante Expo Milano 2015, offrirà un insieme completo ed emozionante di valori che definiscono l’identità ungherese, organizzando mostre ed eventi con vari focus, come le tradizioni alimentari del Paese, le relazioni storiche italo-ungheresi ed altri temi di cultura contemporanea.

Il Padiglione, ideato da Sándor Sárkány, combina elementi antichi e naturali che confluiscono in questa inusuale ed emozionante struttura che si sviluppa su tre piani e si estende su un lotto di 1.910 metri quadri.

Le forme e i materiali rappresentano le linee principali dell’architettura ungherese (granaio, silos rurali, stalle) secondo i principi dell’architettura organica, sviluppatasi a metà del Novecento e basata sulle tradizioni locali, sulla comprensione delle leggi della natura, sull’esaltazione del rapporto tra l’uomo e l’universo.

La maggior parte del materiale utilizzato per la costruzione è rinnovabile (legno, legno lamellare, cellulosa) permettendo così di valorizzare ulteriormente il contenuto ecologico ed energetico integrato, il risparmio energetico e l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico. L’intero edificio inoltre sarà smontabile, ricostruibile e riutilizzabile.

La zona centrale del Padiglione è ispirata all’Arca di Noè, simbolo di salvezza degli esseri viventi, mentre le due estremità laterali richiamano i tamburi sciamanici, che riportano a radici antiche evidenziando il rapporto mistico con la natura e che sono solcati dall’antico simbolo dell’albero della vita nel quel scorre l’acqua dolce naturale ungherese dalle celebri proprietà termali.

L’ultimo piano della costruzione ospiterà un giardino a cielo aperto così come nell’area verde esterna al Padiglione saranno coltivati 33 tipologie di frutta, verdura ed erbe mediche.

Le coperture centrali che abbracciano il giardino sul tetto ricordano un enorme scheletro e rappresentare una tensione verso la luce del sole, che allungandosi si trasformano in petali e foglie che circondano e proteggono il cuore del giardino.

I visitatori del Padiglione ungherese entreranno in contatto con le fonti termali e le acque curative locali, con le coltivazioni naturali e il regno dell’uva e del vino. Nei sei mesi dell’evento avranno la possibilità di degustare il miele ungherese, il tipico liquore alla frutta (pálinka), il rinomato fegato d’oca e l’autentica gastronomia ungherese.

All’interno del Padiglione sarà inoltre presentato il meglio di cento anni di storia dell’arte della fotografia e delle vignette ungheresi, oltre a una selezione di innovazioni di scienziati ungheresi di fama mondiale.

L’acqua, come nelle terre ungheresi, crea giochi di luce e di forma all’interno del padiglione, diventando parte integrante di un percorso didattico e sensoriale pensato per presentare le sue preziose proprietà. Si tratta infatti di acque termali, minerali e naturali dalle rinomate proprietà medicinali tipiche di questi territori e famose in tutto il mondo.

Uno dei punti focali dell’esposizione è il pianoforte da concerto ridisegnato dal pianista di fama mondiale Gergely Bogányi e dalla sua squadra, e considerato una vera e propria innovazione nella storia dei pianoforti. A tal proposito saranno riproposti da una serie di acclamati artisti una serie di rinomati brani dei compositori Béla Bartók e Zoltán Kodály.

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Giovanni Scotti