18 Agosto compleanno di uno dei più leggendari attori americani: Robert Redford. Anticonformista, ambientalista, animalista, una scelta di vita che lo portò a vivere (ancora oggi) lontano dai fasti di Hollywood, e ritirarsi tra le montagne incontaminate dello stato dello Utah, a Park City, e fondare il festival cinematografico indipendente, Sundance Festival.
Il canale tematico di Mediaset, Iris, ha voluto dedicare la prima serata a questo mito della settima arte, trasmettendo i più famosi films interpretati da Redford nel corso della sua lunga carriera.
“I tre giorni del Condor”, “Corvo rosso non avrai il mio scalpo”, e “Tutti gli uomini del presidente” .
Per gli appassionati dei films di denuncia e impegno sociale un appuntamento imperdibile.
Tra i cultori del genere, si annovera anche il sottoscritto, che, aggiungo, considera Robert Redford tra i primi 5 attori di tutti i tempi.
Ho veduto le pellicole che lo vedono protagonista decine di volte tanto da crearmi una videoteca dedicata.
Ieri sera, nel deserto dell’offerta televisiva di questo ultimo scorcio d’estate infernale, ho pensato di ritagliarmi un paio d’ore di relax e di cercare un po’ di “frescura” seguendo la proiezione di “I tre giorni del condor”.
Scene, battute, locations, sono ormai scolpiti nella mia memoria, ma quel capolavoro, diretto da S. Pollack, genera in me sempre nuove emozioni.
Un ritratto esemplare di come i servizi segreti delle maggiori potenze mondiali (in primis , gli States) governino il Mondo per il raggiungimento dei più alti interessi socio-economici.
La scena cult è il dialogo finale tra l’agente Cia Turner (Redford), detto il condor, che vuole denunciare il marciume all’interno della “compagnia” e il comandante Higgins (fautore dei più loschi affari in ogni angolo del Pianeta) che “difende” con ogni mezzo i “progetti” e i fini dei servizi segreti americani.
Una denuncia redatta in un rapporto che Turner ha consegnato al New York Times affinchè pubblichi il manoscritto ed esploda uno scandalo per riportare nei “giusti binari” la potente “agenzia”.
Il film termina lasciando allo spettatore il dubbio se la Cia riuscirà ad evitare la pubblicazione e quale sarà il destino di Turner.
Emozioni finali imperdibili.
Dopo due ore di proiezione ecco che quelle scene, quei pochi minuti di pellicola, vengono tagliate.
Il film termina prima, senza alcuna ragione.
Sì, sì il film viene interrotto proprio prima dell’epilogo.
Come spesso accade, penso che sia stato interrotta la pellicola per aumentare l’audience .
Attendo alcuni minuti, in cui vengono trasmessi i soliti ripetitivi spot pubblicitari, e un cammeo di 5 minuti in cui Anna Praderio intervista R.Redford ripercorrendo la sua carriera.
Attendo alcuni ulteriori istanti e, rimanendo senza parole ed esterrefatto, il canale tematico di Mediaset trasmette il secondo film della trilogia dedicata: “Corvo rosso non avrai il mio scalpo”.
Non ci potevo credere.
Il film è stato interrotto prima dell’epilogo, della scena principale.
Non riuscivo a credere ai miei occhi. 
Non trovavo quale assurda, cervellotica o semplicemente idiota ragione, il finale di quel film fosse stato cancellato.
D’accordo che siamo ancora in periodo ferragostano, che coloro che rimangono tra le mura domestiche in queste serate estive sono considerati degli sfigati, ma quella scelta supera la follia umana. 
Un vero e proprio “nonsense” degno del clima infernale che abbiamo vissuto in questa lunga estate calda.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)