La soluzione? Chissà, forse i camici bianchi dovrebbero tornare a sfoderare il detective che cova in loro, ispirandosi ai metodi investigativi degli eroi del romanzo poliziesco. Mica per un piacere soltanto intellettuale, ma perché adottando i modelli di ragionamento di Sherlock Holmes e company, il medico potrebbe inchiodare più agevolmente quel criminale chiamato malattia.

In effetti, molti degli aforismi di Holmes si adattano perfettamente al mondo medico e alla vita in corsia. E che dire di Maigret? Il commissario creato da Simenon esemplifica egregiamente quanto siano cruciali, nel percorso investigativo, mettere a fuoco l’immagine della vittima nonché i lunghi, estenuanti interrogatori del presunto colpevole. Elementi che, per un medico, equivalgono a raccogliere con scrupolo i dati della storia clinica del suo assistito (momento iniziale del cammino verso la diagnosi che si chiama «anamnesi»).

Come dire: è essenziale “tirar fuori” dal colloquio col paziente tutti i dati fondamentali per sciogliere l’enigma clinico. La storia del mitico Sherlock Holmes è, in fondo, una storia di medici. Ma è anche una storia che ha profondamente, e inaspettatamente, influenzato il pensiero scientifico moderno.

Forse, allora, per tornare a rinverdire il dialogo tra medico e paziente, bisognerebbe che i camici bianchi coltivino, nei confronti dei loro assistiti, la stessa dose di attenzione, dedizione e acume che siamo abituati ad ammirare nei grandi detective della letteratura e del cinema?

Se ne parlerà in occasione della Tavola Rotonda organizzata dall’Associazione Peripato, il giorno 17 Giugno 2016 ore 11,30 che vedrà riuniti i dottori:

Claudio Rapezzi Direttore Unità Operativa di Cardiologia Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna Enrico Solito Scrittore e Pediatra dell’Azienda USL 4 di Prato Luigi Tesio Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa Università degli Studi di Milano .

Modererà l’incontro, Edoardo Rosati giornalista medico-scientifico RCS MediaGroup.