Nell’ultimo DPCM emanato dal Premier, G. Conte, vi sono una serie di divieti e obblighi per contrastare il diffondersi del contagio della Covid 19.

Il principale obbligo riguarda l’utilizzo della mascherina protettiva anche all’aperto.
Una decisione da alcuni osteggiata e criticata, ma, vista la crescita esponenziale dei nuovi casi positivi e dei ricoveri dei malati nei nosocomi, è un provvedimento necessario.
Proteggi te stesso e gli altri, questo, in sintesi la ratio della normativa.
Una norma che, tuttavia, ha una mancanza che rischia di vanificare lo scopo della sua emanazione.
La carenza nel dettame riguarda la mancanza del divieto assoluto del fumo all’aperto nei luoghi pubblici.
I tabagisti, con la scusa di dar sfogo al loro insano e maleodorante vizio, abbassano impunemente la mascherina inalano ed emanano nicotina e altri prodotti combusti, assieme a particelle respiratorie tra cui, eventualmente, anche il sars-cov2.
Non solo.
Tale consuetudine viene spesso attuata nelle vicinanze di locali pubblici (bar, tabaccherie, ristoranti, supermercati, negozi, ecc.) dove sussistono assembramenti più o meno spontanei di capannelli di fumatori imperterriti e irrispettosi della salute pubblica.
Fatta la legge trovato l’inganno, afferma un antico proverbio.
Ecco, si ponga, urgentemente, la fine a questo pericoloso inganno.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)