Negli ultimi anni, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale è cresciuta notevolmente, spingendo consumatori e aziende ad adottare comportamenti più responsabili. I cambiamenti climatici sempre più evidenti anche in Italia, insieme a una maggiore sensibilità verso il benessere e la salute, inclusa quella alimentare, hanno giocato un ruolo centrale in questo cambiamento.

Un recente studio, il report “Fragilitalia” realizzato da Area Studi Legacoop e Ipsos con il supporto del Circular Economy Network-Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, mette in luce l’evoluzione delle opinioni su temi come i consumi e il green. L’indagine rivela che l’80% degli italiani sostiene la transizione ecologica, e che il 40% degli intervistati effettua acquisti ecosostenibili, un dato che evidenzia come lo shopping stia diventando sempre più orientato alla sostenibilità.

L’impatto sui grandi distributori e il cambiamento delle strategie aziendali

Questa nuova consapevolezza ha spinto le grandi insegne del settore del largo consumo a rivedere le proprie strategie. I dati di mercato mostrano una preferenza crescente per prodotti biologici, locali, vegetali e a chilometro zero. Ma non solo: i consumatori sono sempre più attenti anche a fattori come la riciclabilità degli imballaggi, l’impatto ambientale della produzione e le iniziative sostenibili dei brand.

Di fronte a questa evoluzione, le aziende devono collaborare con fornitori che siano in grado di garantire prodotti conformi ai nuovi criteri di sostenibilità. Ciò include l’adozione di soluzioni di confezionamento innovative, come buste di carta, bottiglie in plastica riciclata, lattine in alluminio e contenitori biodegradabili. Considerando che circa il 90% dei materiali inquinanti presenti nei mari è costituito da plastica, alcune aziende hanno iniziato a utilizzare plastica recuperata per il proprio packaging, mentre diverse startup stanno sviluppando materiali alternativi e rispettosi dell’ambiente, come alghe marine, che contribuiscono persino alla rigenerazione degli ecosistemi oceanici.

Le certificazioni di sostenibilità ambientale e la reputazione dei brand

Per rafforzare la propria reputazione green, molte aziende stanno cercando di ottenere certificazioni di sostenibilità, come la ISO 14001, la UNI 11233 per la Produzione Integrata o la certificazione Fair Trade. Questi riconoscimenti confermano l’impegno ambientale delle insegne e aiutano a intercettare le aspettative dei consumatori più attenti alla tutela dell’ambiente.

Oltre alle certificazioni, sempre più aziende redigono bilanci di sostenibilità per rendere conto dei propri risultati non solo economici, ma anche ambientali, sociali ed etici. Questo approccio è fondamentale in un’epoca in cui la sostenibilità non è più un’opzione, ma una necessità per chi vuole rimanere competitivo sul mercato.

Le esigenze dei consumatori in materia di sostenibilità ambientale stanno influenzando in modo significativo anche l’ottimizzazione degli assortimenti. I retailer devono considerare numerosi criteri, come l’origine degli ingredienti, la composizione del packaging e la sensibilità ambientale dei brand. Inoltre, è essenziale classificare i prodotti in base a indici di sostenibilità, in modo da facilitare i confronti e ottimizzare le scelte di assortimento.

Questo processo richiede l’uso di tecnologie avanzate, come software di Assortment Optimization, che permettono di analizzare grandi quantità di dati in modo efficiente. Grazie a questi strumenti, i Category Manager possono ottenere insight utili per migliorare l’assortimento e aumentare le vendite, tenendo conto anche dei prodotti sostenibili.

Riduzione degli sprechi e gestione delle SKU

Infine, l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate contribuisce anche a ridurre la proliferazione delle SKU (Stock Keeping Unit), un fenomeno che genera inefficienze gestionali e sprechi, soprattutto nel caso dei prodotti deperibili, notoriamente nemici dell’ambiente. Grazie a una gestione più ottimizzata dell’assortimento, le insegne possono migliorare l’efficienza operativa e ridurre l’impatto ambientale.

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