Che cosa ha raccontato la gara di coppa Italia tra Juventus e Milan, le due compagini più importanti del calcio italico ?
Due realtà che stanno agli antipodi e non poteva che essere così, visto la storia ultracentenaria dei due sodalizi.
Il risultato rispecchia la condizione attuale che attraversano i rossoneri di Montella e i bianconeri di mister Allegri.
La Juventus super corazzata, dominatrice del calcio italico da oltre un lustro ferita nell’orgoglio dalle due ultime sconfitte da parte della banda di giovini pedatori rossoneri (soprattutto lo smacco della finale di supercoppa in terra Emira) assetata di vendetta vogliosa di annientare la baldanza e la lesa maestà schiacciando l’undici milanista nei primi 45 minuti, ma partorendo “solamente” due gol (meraviglioso shoot di Dybala su assist di tacco di Cuadrado e punizione di Pjanic), ma entrando in angoscia da “analisi psichiatrica” allorchè il tanto vituperato e indolente Bacca realizza un euro gol che genera i recenti fantasmi nonostante la superiorità numerica per l’espulsione (doppia ammonizione) del promettente Locatelli che ha espresso tutta la sua inesperienza compiendo un fallo tanto inutile quanto pericoloso andando ad impattare sui garretti di Dybala.
Una squadra quella bianconera costruita per primeggiare in Champions con evidenti lacune a centrocampo, che se non saranno colmate nelle prossime settimane renderanno assai arduo il cammino verso la tanto agognata finale di Cardiff e la conquista della coppa dalle grandi orecchie.
Per contro, il Milan, come dalla ripresa post festività natalizie, scende sul rettangolo di gioco con un’ abulia che a molti pare inspiegabile.
Provo a decifrare l’impasse della squadra di Montella.
La “superficialità” che aleggia sembra scaturire dalle benevolenze ricevute dalla Dea Eupalla per buona parte del girone di andata.
Purtroppo o per fortuna, come in ogni vicenda di questo mondo terreno, la Fortuna non accompagna per sempre le stesse persone, perchè essendo una fanciulla capricciosa e libera, ama posarsi e abbinarsi con sempre nuovi spasimanti. 
La dea aurea da qualche tempo ha dato segnali inequivocabili di volersi accomiatare dalla compagine con la maglia strisce verticali rossonere e albergare in altri lidi. Basti pensare al palo di Pasalic in Milan Napoli, il rigore sbagliato da Niang in Roma Milan, seppur qualche strenna e regalia arrivi ancora (rigore sbagliato da Ljajic in Toro Milan, errori clamorosi del napoletano Mertens sabato scorso).
E allora mister Montella dovrà ridestare l’attenzione della sua truppa fin dal primo minuto, e la società di via A.Rossi intervenire sul mercato per rimpinguare la rosa e non far entrare in riserva i solisti più eccelsi come Bonaventura e Suso.
Sì, perchè, il trequartista Jack sta imboccando la parabola discendente come accaduto nelle scorse stagioni; del resto non si può pretendere che tiri la carretta per tutta la stagione e che canti e porti la croce per oltre 30 partite.
Il fantasista Andaluso, invece, deve variare le sue giocate tecniche e tattiche se vuole essere considerato un calciatore “vero” e non solo una meteora (da 4 partite gli avversari hanno preso le misure al suo dribbling a rientrare).
Infine un appello al giovane enfant prodige Donnarumma in procinto di diventare maggiorenne e pronto a sottoscrivere il suo vero e primo contratto.
Si scorge un futuro splendido da numero uno (in tutti sensi) nel gotha del calcio mondiale suffragato da quanto dimostrato in questi 14 mesi mesi da titolare a difesa dei pali della porta rossonera.
Bene, un consiglio. 
Le cifre che i gossip di calciomercato stanno diffondendo (10 milioni all’ anno, richiesti dal suo procuratore, l’imperatore Raiola) potrebbero minare la fulgida carriera che lo aspetta; e allora, caro Gigio, dimostra di possedere quell’umiltà e serietà che hai finora manifestato e tacita le richieste del “vorace” procuratore e pensa soprattutto a crescere tecnicamente, tatticamente e umanamente perchè da quando si sono udite quelle cifre il rendimento è calato vistosamente, come era logico aspettarsi (vedasi le ultime tre gare e i gol subiti).
Ma forse sono troppo utopico e sognatore di un calcio che non esiste più.
 
Massimo”old-football”Puricelli
Castellanza(VA)