L’istituto Valenciano per l’Infertilità (IVI) ha da poco pubblicato i risultati di una nuova indagine in merito al tema della maternità, della fertilità, della fecondazione assistita e della genitorialità. I dati emersi sono stati esposti in occasione della Tavola Rotonda IVI “Essere Mamma Oggi”.

In questa occasione, gli esperti del settore hanno analizzato i cambiamenti della figura della donna e della mamma nella nostra era moderna, ed hanno esaminato le paure e le conoscenze degli italiani in merito ad argomenti tanto delicati.
Per fare ciò, gli esperti hanno arruolato un campione di 600 persone (uomini e donne di età compresa fra i 25 e i 44 anni), ed hanno scoperto che – in linea generale – dilaga una scarsa conoscenza in merito alle malattie sessualmente trasmissibili come possibile causa dell’infertilità.

Fertilità nella donna: quando si riduce?

Secondo il 17% delle persone intervistate, la fertilità nella donna comincia a ridursi a partire dai 46 anni di età, e per l’11% a partire dai 50 anni di età. Nulla di più sbagliato, visto che in realtà la fertilità inizia a ridursi già dai 30 anni in poi. Dopo i 35 anni si registra un calo davvero significativo.
Gli intervistati hanno inoltre segnalato alcuni fattori che potrebbero essere correlati all’infertilità. Fra questi spiccano il fumo, l’età e l’alcool. Pochi sanno però che anche anoressia/obesità, inquinamento e malattie sessualmente trasmissibili possono ridurre la fertilità femminile. A saperne di più sull’argomento sembrano essere le donne over 30 e con un livello scolastico più elevato.
Qualora non si riuscisse a concepire un figlio, il 49% dei partecipanti ha fatto sapere che sceglierebbe l’adozione. Il 48% sceglierebbe invece la fecondazione assistita, soprattutto coloro che non hanno avuto ancora figli. Chi invece ha già avuto un figlio sembra più propenso all’adozione.

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Social Freezing: cosa ne pensano gli italiani?

L’indagine ha preso in esame anche il cosiddetto “social freezing” (ovvero la crioconservazione degli ovociti), del quale ha sentito parlare il 74% dei partecipanti di età compresa fra 25 e 44 anni. C’è però chi pensa erroneamente che in Italia non si possa accedere a questa tecnica volta a preservare la fertilità di una donna nel tempo.
Il 23% degli intervistati, soprattutto i più giovani, ha un’opinione positiva in merito a questa tecnica. Il 52% pensa che una donna che ha crioconservato i suoi ovociti e li vuole usare a distanza di tempo dovrebbe essere libera di farlo.
A commentare questi risultati è stata la Dottoressa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma, che spiega:

Oggi, attraverso il social freezing una donna può avere una opportunità in più se decide di procrastinare la maternità per motivi professionali o personali o magari semplicemente perché non ha ancora un compagno con cui condividere progetti di vita. I dati dell’indagine, come del resto la pratica clinica, mostrano come si tratti di un fenomeno ancora poco conosciuto in Italia ma l’atteggiamento di apertura che è emerso rappresenta un segnale incoraggiante.

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Essere genitori: le paure più comuni

Per finire, l’indagine ha esplorato anche alcune delle più comuni paure di coloro che desiderano diventare genitori. Fra queste spicca senza dubbio la paura di non riuscire a sostenere le spese economiche, seguita dall’insicurezza sulle proprie capacità genitoriali.
Anche i limiti alla carriera spaventano gli intervistati, ma in percentuale minore. Solo il 6% dei 25-44enni si è detto spaventato, e solo coloro che hanno già figli vorrebbero averne altri.
La paura è una sensazione ben nota per le donne aiutate dall’Associazione Salvamamme, che ha preso parte alla Tavola Rotonda insieme a Katia Pacelli, Direttrice di Salvamamme, che fa sapere:

Sono migliaia le mamme e le famiglie che ricevono aiuto dalla nostra associazione. Il primo passo per avviare un rapporto e accogliere chi è in difficoltà è rappresentato dalla donazione di beni di prima necessità, che vengono offerti non solo nel pieno rispetto della dignità di quanti, forse per la prima volta nella vita, si sono trovati a chiedere, ma ancor più come una spinta per chi lo riceve a risollevarsi, per accendere una speranza e incoraggiare la volontà di farcela.

All’incontro ha partecipato anche l’attrice Camilla Filippi. Oltre a raccontare la sua esperienza di mamma, la donna ha anche letto una poesia di Alda Merini. Il componimento, dal titolo “A tutte le donne”, narra la condizione femminile, da sempre in bilico tra l’essere “un granello di sabbia” e un essere umano dotato di una grande forza.