Gibus taglia il traguardo dei 40 anni di attività, tra premi, primati e idee innovative. 

È in prima fila tra i player del settore Outdoor Design di alta gamma a livello mondiale, opera con un headquarter a Saccolongo di Padova e tre filiali europee (Gibus Deutschland Gmbh in Germania, Gibus France Sas in Francia e Gibus NL B.V. in Olanda), ha al suo attivo un network di 442* rivenditori selezionati, ha immesso sul mercato più di 50 soluzioni tecniche brevettate, oltre a 30 modelli di design tutelati, e ha ricevuto 8 premi internazionali per il design, tra cui, a inizio 2022, il “Red Dot: Best of the Best”: così si potrebbe riassumere l’azienda Gibus che, fondata nel 1982, protagonista di un percorso costellato di successi, raggiunge oggi l’importante traguardo dei 40 anni di attività.

Realtà virtuosa, con una visione etica del business, risultato di una nuova stagione dell’imprenditorialità volta a dare un senso ancor più nobile all’attività di impresa, la nota PMI – che ha registrato 72,7 milioni di euro di ricavi consolidati al 31 dicembre 2021 – celebra ora con grande orgoglio questo significativo traguardo, forte di un grande passato alle spalle ma con lo sguardo già volto al futuro; di tutto ciò discutiamo con Gianfranco Bellin, Presidente e fondatore dell’azienda.

Presidente Bellin, Gibus pone oggi una nuova pietra miliare nel contesto della sua straordinaria storia. Quali sono stati gli highlights del percorso costante di crescita di cui l’azienda è stata protagonista?

Fondata il 12 ottobre del 1982 dalle famiglie Bellin e Danieli col nome di Progettotenda, l’azienda individua uno dei suoi momenti cruciali nel 1987, data in cui l’incontro con altri imprenditori portò alla nascita del brand Gibus, nome ispirato all’elegante cappello a cilindro francese – contenente un meccanismo in grado di ritrarre il cilindro per poterlo portare comodamente sottobraccio – che sintetizza i concetti  che per molti anni hanno guidato il gruppo Gibus: eleganza e tecnologia, innovazione e servizio.
L’unicità dell’operazione, frutto di una vera e propria intuizione, è da inquadrare nel fatto di aver creato un’unione forte di quattro aziende che, insieme, raccolte sotto il medesimo brand, hanno collaborato e sono cresciute nel mercato italiano per ben 25 anni, fino alla loro fusione nella Gibus Spa avvenuta nel 2012.
Si è trattato in sostanza di un esempio, unico nel suo genere, di condivisione di un marchio: in un panorama in cui eravamo tutti piccoli attori, unire forze e intenti ci ha conferito una dimensione più ampia e soprattutto più competitiva, permettendoci di aggredire il mercato in maniera diversa e di aumentare sempre maggiormente il nostro market share.
Abbiamo imparato moltissimo in quegli anni e ci siamo così preparati al cambiamento resosi necessario in un mercato che stava maturando anche in Italia.
In questo processo, i nostri clienti rivenditori sono stati un focus costante nel nostro marketing che ha mosso i primi importanti passi fin dagli anni 2000.
Altra tappa fondamentale è stata senz’altro il 2019, con l’ingresso in borsa che ha certificato il valore del marchio mettendo in risalto l’azienda a livello internazionale.

Quali valori hanno guidato la società, nel tempo, e su cosa si fonda oggi il codice etico dell’azienda?

Gibus ha fortemente voluto dotarsi di un codice etico, adottandolo fin dal 2015 all’interno di un più completo Modello di Organizzazione Gestione e Controllo, ma i valori in esso contenuti, che ci guidano tra l’altro ancora oggi, sono gli stessi cui ci ispiriamo dalla fondazione: onestà e correttezza, legalità, rispetto della dignità delle persone e pari opportunità, sicurezza, salvaguardia della salute e delle condizioni di lavoro, responsabilità sociale, riservatezza, trasparenza, lavoro individuale e di squadra, impegno per lo sviluppo sostenibile.

Aver raccolto e puntualizzato questi valori all’interno di un importante documento come il Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ha permesso di condividerli in maniera chiara con tutti i collaboratori, rendendo quest’ultimi partecipi, in prima persona, della visione Gibus.

L’azienda è nota per aver individuato un modello di business che rappresenta un unicum nel panorama di settore. Quanto, questo modello, ha contribuito all’ascesa di Gibus? 

Nel 2008 un’altra felice intuizione ha portato all’ideazione del progetto oggi denominato Gibus Atelier, vale a dire un network di rivenditori autorizzati e selezionati con cui l’azienda condivide indirizzi e visioni. Nato formalmente in quell’anno, il network non è stato altro che il logico sviluppo del forte rapporto fiduciario che fin dall’inizio ha regolato i rapporti con i nostri rivenditori, frutto di anni di ottimo lavoro intessuto con loro.

Si tratta di un modello vincente, senza il quale l’azienda non sarebbe divenuta ciò che è oggi, così come i singoli Atelier, che si sono evoluti nel tempo anche in virtù di questo format. Possiamo affermare di essere stati protagonisti, insieme, in questi anni, dei cambiamenti che hanno interessato il settore e proprio questa coesione ci ha dato e ci sta dando ancora grande forza.
L’azienda progetta e realizza i prodotti, imposta la relativa comunicazione, genera le leads e, da leader qual è, traina il mercato, mentre i Gibus Atelier si aggiornano costantemente, seguono percorsi formativi, acquisiscono le nuove tecnologie, utilizzano gli strumenti di marketing messi a disposizione da Gibus e presidiano il mercato coprendo ogni zona in modo capillare.

In questi ultimi anni, le imprese hanno dovuto evolvere, nel contesto di un mercato mutato dalla pandemia e dai nuovi scenari economici internazionali. Come ha approcciato, Gibus, la necessità di cambiamento e quanto, la nuova realtà, ha modificato la visione del futuro?

Come sempre, anche in quest’ultimo periodo Gibus ha continuato ad attuare una politica di mirata attenzione all’associazionismo. L’impegno che mi sono assunto in tal senso in prima persona – sono attivo come Presidente di Assotende e Vicepresidente con delega alle relazioni industriali di FederlegnoArredo – è ogni giorno fondamentale per conoscere in modo diretto e veloce i cambiamenti in atto e permette di divenire attori di interventi correttivi e migliorativi presso la pubblica amministrazione.

In secondo luogo, Gibus ha accelerato il processo di digitalizzazione aziendale per fornire strumenti ancor più efficaci agli Atelier e per organizzare in modo sempre più efficiente i flussi produttivi.

Abbiamo inoltre proposto una costante attività di formazione, sempre rivolta al nostro network, centrata non solo su temi tecnici ma anche commerciali, finanziari e di marketing, per rafforzare sempre maggiormente il legame con la rete.

Abbiamo in più sostenuto gli Atelier interpretando al meglio le normative entrate in vigore nel 2020 –  quando il D.L.34/2020 ha introdotto la possibilità di acquisire i prodotti con lo sconto in fattura – e ideando a riguardo un sistema in grado di agevolare il più possibile a livello documentale il cliente finale e, dall’altra, di sollevare i rivenditori dal rischio di credito e dalla difficoltà di andare a cedere quest’ultimo; questo è stato ed è ancora un vantaggio competitivo di assoluto rilievo per i nostri partner.

Consci del fatto che l’ecobonus sia comunque un boost Italiano che non durerà per sempre, stiamo ora mettendo a punto una serie importante di attività ed investimenti in Europa.

Sostenibilità aziendale: per Gibus un punto fondamentale

La sostenibilità è un tema da sempre caro a Gibus e, oggi, lo si può definire un focus prioritario per l’azienda. A riguardo, quali investimenti avete attuato fino ad ora e quali altri sono previsti per i prossimi anni?

Numerose sono le iniziative che testimoniano l’impegno dell’azienda a favore dell’ambiente, a partire dalle piccole azioni – semplici ma reali, raggiungibili e misurabili – quali l’installazione di dispenser d’acqua potabile in azienda per ridurre il consumo di plastica, l’impiego di nuovi imballi in cartone o l’eliminazione della carta stampata a favore della digitalizzazione, fino ad iniziative più strutturate e rilevanti, come l’installazione nel 2011 di un impianto fotovoltaico che fornisce circa il 60% dell’energia elettrica utilizzata, o ancora le partnership instaurate con alcuni fornitori per il riciclo di sfridi di produzione tessile.

Nei prossimi anni, lavoreremo per portare a regime diversi altri progetti che stiamo sviluppando all’interno del contesto associativo, ad esempio per realizzare il ritiro dei teli vecchi dei clienti finali, in modo da garantire un fine vita ai nostri prodotti con riciclo pressoché totale.  È importante anche sottolineare che, a breve, avrà inizio la realizzazione della nuova sede produttiva Gibus, a Teolo, una struttura sostenibile che sarà dotata delle più avanzate tecnologie in tema di risparmio energetico e di produzione di energia rinnovabile, e che beneficerà di un importante impianto fotovoltaico dell’ordine di circa 1,5 MW.

Dal 1982 avete costruito valore, divenendo uno dei player di riferimento nel settore Outdoor Design di alta gamma a livello globale e approdando alla leadership in territorio italiano. Da leader, quanto avvertite la responsabilità di indicare le linee guida necessarie perché il mercato si sviluppi al meglio?

È una responsabilità importante quella che avvertiamo. Non si può essere azienda leader senza avere a cuore gli sviluppi futuri del mercato, il che significa avere capacità di analisi del segmento, confrontarsi con gli altri stakeholders – dai concorrenti, ai rivenditori, agli utilizzatori – e osservare con attenzione anche settori limitrofi che tante interessenze possono avere in forma diretta o indiretta con il nostro ambito.
Penso ad esempio ad un polo outdoor dove possano confluire molteplici attività e dove la nostra azienda possa sviluppare un ruolo ancora più importante e trasversale.

Non solo: essere leader significa per noi anche tenere ben presente che l’azienda ha una precisa responsabilità sociale – nei confronti dei collaboratori, dei clienti utilizzatori, della filiera di fornitura, del territorio e delle parti sociali – da salvaguardare come bene primario.

Sono stati 40 anni di successi; come immagina ora i prossimi 40 anni di Gibus?

Nel 1982, siamo partiti dal nulla e, con tanta caparbietà ed un po’ di intelligenza imprenditoriale, abbiamo plasmato la realtà di oggi. In futuro, immagino cresceremo sempre maggiormente, divenendo ogni giorno più rilevanti nei principali mercati europei, in competizione con i migliori brand del continente, e iniziando nel tempo anche ad osservare e sperimentare i mercati lontani più interessanti.

La nuova generazione che sta prendendo il testimone di quest’azienda ha, insieme al management e a tutti collaboratori, la dovuta preparazione e le competenze necessarie per proseguire il lavoro eccellente impostato sino ad ora, orientato all’innovazione costante in termini di tecnologia, design e tutela ambientale.
Sarà, inoltre, assolutamente in grado di permettere a Gibus di continuare ad avere l’importante funzione sociale esercitata fino ad oggi, creando occasione di lavoro e di prosperità per le famiglie dei collaboratori, dei clienti e dei fornitori.