Il Museo Diocesano di Milano ospita,  dopo il grande successo di Venezia, la mostra dedicata al fotografo francese Jacques Henri Lartique (Courbevoie, 13 giugno1894 – Nizza, 12 settembre 1986), intitolata L’invenzione della felicità, in programma fino al 10 ottobre 2021, a cura di Denis Curti, Marion Perceval,  Charles – Antoine Revol.

Iniziativa realizzata in collaborazione con Casa Tre Oci di Venezia e Donation Jacques Henri Lartique di Parigi, con il patrocinio del Comune di Milano, del Consolato di Francia a Milano, dell’Institut Français di Milano, con il sostegno di Ricola, media partner IGP Decaux.

Inizialmente noto per la sua attività di pittore, Lartique comincia a fotografare sin da bambino per poi proseguire per tutta la vita, prima come fotografo amatoriale e in seguito come professionista, ci offre una straordinaria visione del Novecento. In mostra 120 immagini, di cui 55 inedite, tutte provenienti dagli album fotografici personali di Lartique, dei quali in esposizione  alcune pagine in fac-simile. Inoltre si aggiungono alcuni materiali d’archivio che ripercorrono l’intera carriera, a partire dagli esordi dei primi del ‘900  fino agli anni ’80 e ricostruiscono la storia di questo fotografo nonché la sua scoperta.

La rassegna ripercorre la sua inusuale carriera, seguendone i passi attraverso i decenni e soffermandosi sugli avvenimenti decisivi che hanno condotto alla riscoperta dell’artista – avvenuta solo all’inizio degli anni Sessanta – e al suo successivo riconoscimento come figura imprescindibile del mondo della fotografia. Attento nonché partecipe agli avvenimenti del secolo breve, nei suoi scatti Lartique intreccia sempre i fatti della storia universale con i suoi affetti e il suo quotidiano. Il suo sguardo sulle vicende umane è caratterizzato da una straordinaria freschezza e da una particolare leggerezza, non da intendersi come superficialità, bensì come capacità di mettere a fuoco nelle sue fotografie  un mondo fatto di bellezza,  di eleganza, di intimità.

L’artista faceva sempre seguire la sua firma da un piccolo disegno di sole: “È per questo che ho fatto fotografie per tanti anni: per approfittare di questi meravigliosi regali del caso”. La sua fotografia trova la più profonda ragion d’essere nello stupore per ciò che lo circonda. È quello che la sua arte ancora suggerisce a noi che la osserviamo, chiamati a interrogarci non solo su ciò che le sue fotografie possono raccontarci del passato, ma anche, e soprattutto, ciò che possono svelarci del presente.

Accompagna la mostra un catalogo bilingue Marsilio Editori, con una testimonianza di Ferdinando Scianna, e un testo di Marion Perceval che analizza la storia della scoperta dell’enfant prodige. Brevi testi introduttivi accompagnano le sezioni che presentano un racconto cronologico, mediante magnifici scatti, alcuni dei quali inediti.

Museo Diocesano apertura da martedi a domenica dalle ore 10.00 alle  18.00 – la biglietteria chiude alle ore 17.30
Ingresso serale alla mostra: martedì – domenica dalle ore 18.00 alle 22.00 (da Corso di Porta Ticinese  95)
Ingresso mostra e prima consumazione  al Chiostro Bistrot: 12 Euro
                                
                              Giuseppe Lippoli