È stimato in 1.046.117 euro il risparmio per le casse dello Stato che potrebbe essere associato alla campagna nazionale di prevenzione del rischio cardiovascolare “Ci sta a cuore il tuo cuore” realizzata dalla rete di farmacie Apoteca Natura in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) e l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), con il patrocinio della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI), che ha coinvolto ad oggi circa 46.000 italiani. Il risultato dallo studio di impatto economico realizzato dall’Istituto di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica di Roma.

Verso un nuovo modello di farmacia basato sulla formazione e integrazione all’interno del sistema sanitario.

 Migliorare la salute delle persone, salvare vite e nel contempo abbattere i costi: è l’obiettivo di ogni sistema sanitario, tanto più in un momento in cui si parla di tagli e spending review. In quest’ottica, un’ipotesi di risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale, accompagnata da un miglioramento della qualità di vita delle persone attraverso l’adozione di stili di vita più sani e una riduzione della mortalità, sono prospettive interessanti. E questo potrebbe essere il risultato di un programma nazionale di prevenzione del rischio cardiovascolare promossa nelle farmacie, in base allo studio condotto dal prof. Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Cattolica di Roma, e dal suo team, e presentato oggi nel corso di un evento realizzato con il patrocinio del Senato, in collaborazione con la Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI), la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) e l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), con il contributo non condizionato di Apoteca Natura.

Lo studio preliminare ha preso in esame il potenziale impatto economico della campagna nazionale di prevenzione cardiovascolare “Ci sta a cuore il tuo cuore” iniziata due anni fa in oltre 500 farmacie italiane da Apoteca Natura, in collaborazione con SIMG e AMD, che ha coinvolto 46.097 persone, valutate in base alla Carta del Rischio Cardiovascolare dell’Istituto Superiore di Sanità, per definire la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare maggiore nei successivi 10 anni, ed al test FINDRISC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per definire la probabilità di sviluppare il diabete mellito di tipo 2.

È emerso che, delle oltre 46mila persone sottoposte allo screening, ben 31.053 sono a rischio di sviluppare un problema cardiovascolare maggiore nei successivi 10 anni: di questi quasi uno su due è stato classificato a basso rischio, mentre il 3,8% ad alto rischio. Per quanto riguarda il diabete, invece, sono state individuate 43.768 persone dalla probabilità di sviluppare il diabete mellito di tipo 2: circa un quinto di questi è a basso rischio mentre il 14% ad alto rischio. A queste persone è stato consigliato quindi di adottare stili di vita sani e di recarsi dal proprio medico di medicina generale, a seconda della gravità.

L’impatto finanziario di questa campagna sul SSN è stato valutato attraverso una BIA – Budget Impact Analysis, sono state cioè effettuate una serie di ipotesi che hanno permesso una stima dei costi potenzialmente evitabili in base al fatto che la campagna risulti efficace o meno nella prevenzione degli eventi cardiovascolari.

La differenza tra un aumento dei costi del 3,22% e una diminuzione del 9,13%, ipotizzabile attraverso la BIA, comporterebbe, in termini assoluti, un risparmio potenziale pari a 1.046.117 euro nell’arco temporale 2012-2015. “Un risparmio atteso di circa 1 milione di euro può sembrare poca cosa, ma bisogna considerare che si tratta di un valore calcolato sull’impatto di una campagna che coinvolge poco meno di 50mila cittadini; non è difficile capire la portata di un’estensione di questo intervento a una popolazione più ampia. Sulla base di questo studio preliminare verrà avviato nei prossimi due anni uno studio condotto dall’Istituto di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con il patrocinio di FOFI, per valutare concretamente sul campo questa ipotesi”, ha spiegato Walter Ricciardi.

“Lo studio evidenzia come le farmacie territoriali possano efficientemente eseguire un primo screening cardiovascolare, raggiungendo con facilità un ampio target di popolazione. In questo modo sarebbe possibile identificare in anticipo i pazienti ad alto rischio da inviare al proprio medico di medicina generale per iniziare un adeguato percorso diagnostico-terapeutico, ma anche le persone a basso rischio per promuovere insieme a loro stili di vita sani” ha commentato Andrea Mandelli, membro V Commissione Bilancio del Senato della Repubblica e Presidente FOFI.

“La prevenzione è una della armi principali che è possibile utilizzare per contenere l’avanzare di malattie croniche come il diabete, con tutto il corredo di complicazioni, cardiovascolari in primo luogo. È del tutto evidente che ogni componente della filiera sanitaria debba e possa avere un ruolo in questa azione”, ha detto Giacomo Vespasiani, Past president AMD.

“Questo progetto dimostra quanto le farmacie, e in particolare le ‘farmacie dei servizi’ come quelle del network Apoteca Natura, abbiano un ruolo importante nella filiera sanitaria”, dice Massimo Mercati, direttore generale Apoteca Natura. “In particolare la collaborazione tra farmacie e società scientifiche dimostra di rappresentare una grande opportunità per rafforzare la prevenzione primaria e sensibilizzare anche a livello diffuso sul territorio. Per questo motivo Apoteca Natura è impegnata da sempre nella realizzazione di un nuovo modello di farmacia basato sulla formazione e integrazione all’interno del sistema sanitario” conclude.

“È di pochi giorni fa l’annuncio dell’adeguamento del nome della nostra società, diventata oggi Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), perché la nostra professione e il profilo dei medici di medicina generale si sono evoluti come d’altronde sta evolvendo tutto il nostro sistema sanitario”, ha aggiunto Claudio Cricelli, Presidente SIMG.