Se una persona non conosce il significato dell’appellativo “radical-chic”, può consultare un qualunque vocabolario e la spiegazione che viene fornita è pressoché la seguente: “Che o chi, per moda o convenienza, professa idee anticonformiste e tendenze politiche radicali più appariscenti che sostanziali soprattutto da parte di una certa borghesia di ceto medio-alto in antitesi con il loro reale reddito e ceto”.
Una descrizione assolutamente chiara e esaustiva, tuttavia sussistono innumerevoli personaggi del mondo dello spettacolo, della scienza, del giornalismo, della politica o dell’imprenditoria che ne incarnano il prototipo, che sono i”radical-chic” per antonomasia.
Tra questi, a mio parere, “eccelle” Maria Teresa Meli, giornalista di cronaca politica del Corriere della Sera.
Frequentatrice di vari talk-show televisivi, protagonista di numerosi dispute dialettiche, inviata a palazzo Chigi, divulga quotidianamente i pensieri e i progetti di sua “maestà” Renzi di cui è una fervente seguace fin dai tempi della prima Leopolda.
Stamani ospite del programma di LA 7 “L’aria che tira” non ha mancato, la giornalista del Corsera, di sprizzare da ogni poro tutto il suo “radical-chic”.
Sprezzante come sempre e come lei sa essere nei confronti di chi non professa la sua stessa ideologia o non segue la sua linea di pensiero, oggi ha toccato livelli altissimi nei confronti del collega Borgonovo di Libero, reo di appartenere alla scuola di pensiero anti globalizzazione e anti immigrazione di massa.
Livida in volto, seduta in maniera scomposta sulla poltrona dello studio televisivo, abbigliata con indumenti firmati ma indossati con voluta e ricercata “sciatteria modaiola”, con i suoi inseparabili occhiali scuri da intellettuale sessantottino, non ha mancato di proferire la sua filippica, la sua condanna professorale al reazionario, xenofobo, razzista “sub collega” Borgonovo (per la Meli certi giornalisti non possono essere considerati colleghi perchè appartenenti ad un livello infimo) che argomentava i danni prodotti dalla globalizzazione economica finanziaria al mercato del lavoro, dove le multinazionali sfruttano l’immigrazione selvaggia per creare un ribasso continuo dei salari e dei diritti dei lavoratori in ogni Paese compreso l’Italia; una vera e propria “guerra tra poveri” alimentata dai continui sbarchi di migliaia di migranti (definibili, visto i dati divulgati dallo stesso Governo, clandestini) di questi ultimi anni.
La giornalista radical-chic del Corsera ha inveito contro quelle teorie demagogiche e populiste che parlando di immigrati si dimenticano di ricordare che sono persone a cui si dovrebbero garantire gli stessi diritti che posseggono i lavoratori italiani.  
Così ha stigmatizzato e “incenerito” con lo sguardo il populista e demagogico Borgonovo.    
Probabilmente la “corsivista” Meli, non ricorda che il Jobs’act di Renzi ha abolito l’articolo 18, ha ridimensionato i diritti dei lavoratori e reso ancora più precario il rapporto di lavoro.
Ma del resto l‘atteggiamento e quella frase sono la dimostrazione e la prova più limpida di chi sia un radical-chic; non esistono esempi più calzanti.
Ovviamente la signora Meli non sarà d’accordo con questa etichetta e allora dimostri concretamente, facendo seguire i fatti alle parole; dimostri di non possedere quel clichè.
Piccolo suggerimento che mi permetto di darLe.
Si decurti il suo stipendio del 15% (non credo sia una grossa cifra, considerando quanto presumibilmente percepisce una “prima firma” del più importante quotidiano italiano) a titolo solidaristico, da destinare alla assunzione in redazione un/una giovane aspirante giornalista che potrebbe svolgere un stage retribuito e cullare il sogno e l’ambizione di poter collaborare in una realtà importante e prestigiosa come la testata di via Solferino.
Signora Meli, un piccolo concreto atto per i diritti dei lavoratori, italiani e non; la concreta applicazione di quei diritti enunciati dalla Costituzione che Lei ci ha ricordato anche stamani.
Ecco ci dimostri concretamente attingendo dal suo stipendio, che Lei non è una radical chic.
Attendo Sue….
Cordialmente.
Un italiano che non usufruisce dei diritti di cui sopra.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)