[dropcap]L[/dropcap]’appuntamento con il verde milanese, o meglio, metropolitano è stato il 23 maggio all’ora del tramonto, alla Cascina Nascosta. Un luogo affascinate all’interno del Parco Sempione, nascosta di nome e di fatto, perché difficile da trovare, se non prendendo come punto di riferimento la Torre Branca che svetta alta tra gli alberi in tutti i suoi 108 metri. Recuperata dall’attuale amministrazione e restituita alla città, la piccola cascina si è dimostrata il luogo ideale e augurale per rendere noto un documento d’indirizzo strategico, punto di partenza per una serie di azioni riguardanti il futuro del paesaggio urbano.

Davanti ad un attento pubblico di esperti e non, che ha comunque a cuore le sorti della città, hanno parlato di “Milano: spazi aperti in una visione metropolitana”, l’Assessora al Verde, Benessere, Qualità della Vita, Sport e Tempo Libero, Risorse Umane, Tutela degli Animali e Servizi Generale, Chiara Bisconti e l’Assessore all’Urbanistica, Edilizia Privata, Agricoltura, Alessandto Balducci.Cascina segreta nel Parco Sempione

[dropcap]I[/dropcap]l piacevole incontro informale, con spettatori seduti su ben ordinate balle di paglia, ha fatto seguito ad uno precedente, più istituzionale, sempre sul tema del verde, tenuto nello scorso marzo alla Fabbrica del Vapore, dove si erano toccati, tra gli altri, temi quali: “Il rapporto con l’agricoltura”, “Partecipazione e cura del verde”, “Alberi, piante perenni e nuovi saperi” e “Una città a misura d’albero”.

All’insegna della voglia di natura in città, si è lavorato per fare degli spazi aperti “un luogo migliore, patrimonio cittadino e asse fondante della qualità della vita, dove Milano non è considerata come luogo isolato da delimitare con una cintura, ma bensì è vista al centro di una rete ambientale, con l’estensione del Parco del Ticino fino al cuore di Milano e del Parco dell’Adda fino a San Marco, giusto per dare delle dimensioni.

[dropcap]E[/dropcap]cco qualche dato. Oggi sono 400 le aree verdi adottate e curate direttamente dai privati, il doppio rispetto al 2011. Da quell’anno il patrimonio arboreo che ora conta quasi 260.000 alberi è cresciuto di ben 67.000 unità. Più di 2000 sono stati gli interventi di manutenzione in spazi pubblici realizzati in seguito a segnalazioni di cittadini al nuovo app “Ghe pensi mì”. Nelle 2 edizioni di “Green City Milano”, 500 sono stati gli eventi diffusi nell’arco di 6 giorni. Grazie all’azione condivisa tra associazioni senza fine di lucro e Amministrazione, 15 sono i “Giardini Condivisi” sorti in aree un tempo degradate o sottoutilizzate. Superano i 10.000 mq. 13 dei nuovi parchi realizzati.

Mentre nell’area dell’ex Sieroterapico è nato il Parco Segantini, del progetto Grande Parco Forlanini, il cui obiettivo finale è di rendere fruibile e percorribile l’area verde fino all’Idroscalo, è stato ultimato solo un primo lotto, con una rete di 2 km. di percorsi ciclopedonali che partono da viale Argonne.Paesaggi futuri

[dropcap]C[/dropcap]uriosa e poetica è la notizia riguardante progetti sperimentali di apicoltura urbana e la creazione di habitat favorevoli alle farfalle. Mentre, sotto gli occhi di tutti nelle aiuole, è la saggia sostituzione delle piante annuali tradizionalmente disposte in stereotipati disegni, con altre perenni che, nobilitate da inaspettate scenografie, risultano apprezzabili anche dal punto di vista manutentivo.

Tra le azioni possibili in una visione territoriale metropolitana, il documento d’indirizzo strategico recita: “Sviluppo di azioni di marketing territoriale per realizzare e far percepire la città metropolitana come città verdeblu , con collegamenti di canali e ciclabili che portino gli abitanti della stessa a muoversi in modo sostenibile in alternativa alla macchina sia per svago che per lavoro”. E sembra che ora siano in tanti a volerlo.

[dropcap]M[/dropcap]olti hanno contribuito e contribuiscono a rendere Milano una città sempre più verde, dagli assessorati e settori competenti del Comune di Milano, al Centro Forestazione Urbana di Italia Nostra, dall’Università degli Studi di Milano, al Parco Nord e a quello delle Risaie, dalla Fondazione Riccardo Catella, alla Scuola Agraria Parco di Monza, ma l’energia nuova, determinante per il successo, sembra proviene dal far leva sulla voglia di partecipazione diretta della persone alla cura del territorio in un appagante lavoro collettivo che oltre a essere utile, crea consapevolezza.

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento