[dropcap]L[/dropcap]’Uvet Travel Index*, l’indice creato dal gruppo Uvet, importante distributore nel panorama del turismo con un giro d’affari di 2,4 miliardi di euro, curato per la parte scientifica da The European House Ambrosetti prevede che alla fine del 2017 il Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano crescerà dello 0,8% rispetto al 2016. Si tratta di un indice che consente di prevedere l’andamento dell’economia italiana sulla base dei trend dei viaggi d’affari. La previsione per il 2017 è stata esposta durante la 14° edizione del BizTravel Forum (15 e 16 novembre 2016 presso Fiera Milano City), l’evento di riferimento in Italia per la mobilità aziendale organizzato da Uvet Global Business Travel. L’Uvet Travel Index rileva, anche che alla fine di quest’anno, la crescita del PIL sarà dello 0,9%.

La correlazione – spiega Luca Patanè, presidente del gruppo Uvet – tra andamento dei viaggi d’affari e PIL è ormai testimoniata da anni grazie all’Uvet Travel Index. L’indice l’anno scorso prevedeva per il 2016 una crescita compresa tra l’1,2% e l’1,6% ma, a questo punto dell’anno, bisogna prendere atto che i risultati di crescita evidenziati dalle analisi, indicano un andamento tra lo 0,9% e l’1%. Cosa ha determinato questo rallentamento non previsto? Nei primi mesi del 2016 abbiamo assistito a un crollo generalizzato dei mercati, a una instabilità legata al rallentamento cinese e all’inaspettato peggioramento delle economie dei paesi emergenti. In Europa si è registrata un’inflazione ancora troppo bassa con settori in decisa deflazione. Non sono mancati effetti a sorpresa non prevedibili: il terrorismo, la Brexit, il colpo di Stato turco, le rinnovate tensioni con la Russia”.

Secondo la Business Travel Survey, indagine che viene svolta periodicamente sui viaggi d’affari di Uvet Global Business Travel, nei primi nove mesi del 2016 il numero dei viaggi d’affari è aumentato del 10% rispetto allo stesso periodo del 2015, ma è proseguito l’abbassamento delle spese medie per trasferta. Rispetto al 2015 il costo medio è sceso di 13 euro. Considerando l’ultimo triennio 2014-2016, il numero di trasferte è aumentato del 24% mentre le spese di viaggio solo dell’8%.
A causa della necessita di contenere le spese, per quanto quello che riguarda le trasferte nazionali , l’uso del treno cresce rispetto all’aereo.
In conseguenza all’aumento della concorrenza sull’alta velocità, le tariffe ferroviarie sono diminuite del 12% circa dal primo trimestre 2014. Oggi mediamente il costo di un biglietto ferroviario è di 47 euro, nei primi mesi del 2014 era di 55 euro.
Anche i prezzi dei biglietti delle principali tratte aeree nazionali sono scesi negli ultimi 9 mesi (-14% rispetto anno precedente), Il prezzo medio sulle principali rotte aeree italiane registra un aumento sulla Genova-Roma (da 183 a 246) e sulla Milano-Napoli (da 197 a 210) mentre per tutte le altre tratte, ad eccezione della Roma Venezia (diminuzione da 248 a 221), non si evidenziano differenze sostanziali di prezzo. Si registra però nei primi nove mesi dell’anno un significativo calo delle tasse aeroportuali. Lo scorso anno sulle tratte Genova-Roma e Milano-Roma il 40% del costo biglietto era rappresentato da tasse. Oggi invece Genova-Roma cala al 24% e Milano-Roma al 31%.
Per quel che riguarda Il traffico aereo in generale, Il traffico domestico ha registrato la crescita più rilevante nel corso del 2016 attestandosi al 10% rispetto al 2015. Il traffico europeo, dopo uno stop nel 2015, riparte con una crescita del 7%, il traffico intercontinentale fa rilevare invece una decrescita rispetto al 2015 del 3%.
la Business Travel Survey, basata su un target di riferimento composto da 700 aziende clienti di Uvet Global Business Travel, con spese di viaggio comprese tra i 20 mila e i 15 milioni di euro annui, sottolinea come all’incremento del numero di trasferte sia corrisposta una riduzione dei costi medi di trasferta, scesi dai 244 euro dei primi nove mesi del 2014 ai 213 del 2016. Una tendenza che nel settore dei viaggi d’affari dura da tempo, in controtendenza con l’inflazione registrata sia a livello generale sia nel settore trasporti.

Anche durante il 2016 – precisa Luca Patanè ad una riduzione dei prezzi medi di viaggio rilevati nel Business Travel Managed è corrisposto un aumento dei volumi e quindi dei viaggi venduti. Queste caratteristiche sono importanti perché il Business Travel Managed genera risparmi per le imprese del Paese, crea efficienza e competitività a servizio dell’intero sistema economico. Tra gennaio 2006 e settembre 2016, a fronte di un incremento dei prezzi nel settore trasporti del 26,3%, la dinamica dei prezzi nel Business Travel Managed ha registrato una contrazione del 35,6%. A livello complessivo l’incremento medio dei prezzi nel sistema economico, cioè l’inflazione, è stato del 18%. L’efficienza generata nel sistema economico e misurata in termini di minori costi per i viaggi può essere costì sintetizzata: a parità di caratteristiche e condizioni, un viaggio venduto all’interno del Business Travel Managed che costava 100 Euro nel 2006, oggi costa 64,4 Euro, mentre se avesse seguito la media dei prezzi dell’intero settore dei trasporti complessivamente considerato, sarebbe dovuto costare 126,3 Euro, circa il doppio”.