” …e oggi….Piscina. Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici “.
Questo è il post, pubblicato su Facebook da Don Massimo Biancalani, parroco della chiesa di Vicofaro, Pistoia, con allegate alcune foto dove vengono immortalati 15 richiedenti asilo mentre fanno il bagno in piscina.
Don Massimo ha accompagnato i “sedicenti profughi”, per qualche ora di svago, ricompensandoli per aver svolto alcuni lavori come camerieri e cuochi in una Onlus, “Gli amici di Francesco”, gestita dal sacerdote pistoiese.
Quel post, come si poteva immaginare, ha scatenato una ridda di commenti e di critiche.
Matteo Salvini ha stigmatizzato il comportamento del sacerdote; Forza Nuova ha minacciato “di vigilare” sulla messa che sarà celebrata domenica; il vescovo di Pistoia invierà il vicario per la celebrazione eucaristica come atto di difesa contro le potenziali profanazioni di un Sacramento che non deve essere oggetto di contese e lotte.
La vicenda è sconcertante.
Sconcertante perchè la miccia è stata accesa da un rappresentante della Chiesa; da un seguace di Cristo; da un sacerdote che insegna la Parola di Dio.
Lungi, dal sottoscritto, dare lezioni teologiche a Don Biancalani, mi permetto di riportare le parole del suo diretto superiore Mons.Tardelli, a commento di quanto è accaduto in questi giorni.
“A Messa si va esclusivamente per partecipare con fede al divino sacrificio, ricevere la grazia di Cristo e imparare a vivere nell’amore fraterno. Ogni altra finalità ha qualcosa di sacrilego.”
Appunto, amore fraterno.
Quale amore fraterno ha profuso il reverendo “progressista” con il post “acquatico” intriso di improperi nei confronti di persone, sicuramente bieche, ma definite come nemici e quindi da combattere ?
Probabilmente, Don Massimo impegnato in tante attività solidali ha omesso di ripassare alcuni passi del Vangelo, come il passo del libro di Luca (6,27-38) in cui il Signore dice ai suoi discepoli: ” A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano…..Amate i vostri nemici, il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perchè egli è benevolo con gli ingrati e i malvagi….”.
Parole a cui debbono seguire le azioni concrete i fatti, come vuole Gesù.
Al di là delle parole, dei post, delle foto taggate, delle discussioni, il “peccato originale” che sta alla base del bailamme mediatico-virtuale-social-digitale, è una manchevolezza, sicuramente veniale, da parte del sacerdote che ha accompagnato i suoi “compatrioti” in piscina.
Una manchevolezza che genera nel sottoscritto, una domanda, che rivolgo direttamente a Don Massimo:
” Reverendo padre, mi potrebbe spiegare la ragione per cui nella comitiva che si recò presso la struttura natatoria il pomeriggio del 20 agosto non erano presenti ragazzi, bambini, uomini, donne, di nazionalità italiana, residenti nel territorio della sua parrocchia, che non stavano soggiornando in qualche località di villeggiatura ?
Perchè non ha reso partecipi i suoi parrocchiani a questo momento di svago?
Sarebbe stata una concreta occasione per intraprendere quel processo di integrazione con i suoi “compatrioti” attualmente e recentemente ospiti della sua Onlus.
Reverendo, sono in errore ?
O forse ci sono pecorelle di serie A e serie B ?
Credo proprio di no.
E allora, attendo fiducioso una prossima gita balneare, montana, o natatoria dove la partecipazione sia “universale”.
In caso contrario, la sua interpretazione della Parola di Dio è alquanto deficitaria.
 
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)