In che modo le più avanzate tecniche mininvasive aiutano a curare le donne

“Attraverso la salute della donna passa la salute dell’intera società. Per questo merita un’attenzione particolare”. Così il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha presentato alla stampa la Giornata Nazionale della Salute della Donna, in programma il 22 aprile, giorno della nascita di Rita Levi Montalcini. Con un’aspettativa di vita più elevata rispetto agli uomini (84,7 anni contro i 79,4), le donne rischiano più malattie e invecchiano peggio, poiché maggiormente soggette a disturbi dello stress. L’intento è di sensibilizzare su argomenti legati alla tutela della salute femminile, con iniziative mirate e servizi concreti.

Ecco che la chirurgia robotica da Vinci assume un ruolo fondamentale nella cura della donna per interventi di ginecologia e chirurgia endocrina, in particolare nelle procedure di tiroidectomia. Il tumore alla tiroide riguarda principalmente le donne (circa il 70% dei casi) e colpisce il 5% della popolazione femminile italiana, soprattutto la fascia d’età fino ai 49 anni (dati 2015 AIOM e AIRTUM). Inoltre, risulta al quarto posto dei tumori che colpiscono le donne (insieme a quello all’utero 5%, dopo mammella 29%, colon-retto 13% e polmone 6%). Il robot da Vinci, prodotto da Intuitive Surgical Inc. e distribuito in Italia da ab medica, è l’unico sistema in grado di offrire una tecnologia avanzata per il trattamento mininvasivo, anche in caso di patologie complesse.

“Grazie al sistema di chirurgia robotica da Vinci, è possibile asportare sia noduli benigni sia maligni, purché siano di dimensioni contenute, inferiori ai 4-5 cm – spiega la Dott.ssa Micaela Piccoli, Direttore f.f. dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale d’Urgenza e Nuove Tecnologie del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino Estense di Modena -. Questo perché si opera per via trans-ascellare, arrivando al collo attraverso un tunnel sottocutaneo. In tal modo, si preservano tessuti e muscoli della zona interessata all’intervento mininvasivo, evitando così il rischio di ledere i nervi e quindi le corde vocali da questi innervate, scongiurando l’ipoparatiroidismo e la perdita della voce. Altri vantaggi sono dati dalla magnificazione dell’immagine e dalla precisione nella dissezione. Il vantaggio estetico del non avere cicatrici visibili sul collo (che invece lascia la chirurgia tradizionale) è il motivo principale che spinge i pazienti a richiedere questo tipo di intervento, ma si riscontrano anche enormi benefici dal punto di vista funzionale, per l’assenza di aderenze alla trachea e/o la formazione di fastidiosi cheloidi. Grazie a questa tecnica mininvasiva, il paziente può beneficiare anche di rapido recupero post-operatorio, per cui può tornare alle sue normali attività fin da subito”.

Per quanto riguarda invece l’ambito ginecologico, in Italia si svolgono circa 70mila operazioni l’anno di isterectomia, di cui 15-18mila per patologie maligne. Il 5% di questi interventi viene effettuato con la chirurgia robotica da Vinci, che offre enormi vantaggi: le pazienti rimangono meno tempo in ospedale (- 1,4 giorni rispetto alla chirurgia open), si riducono le complicazioni post-operatorie (- 81%) e si effettuano meno trasfusioni (- 76%). Grazie a una maggiore precisione nell’asportazione del tumore si migliora inoltre la radicalità oncologica.