Il Teatro Gerolamo, elegante teatro recentemente restaurato, si trova nel centro di Milano. E’ un piccolo gioiello che, dopo molti anni di abbandono, è stato restituito alla città anche come memoria storica di un luogo dove si sono esibiti attori famosi della scena teatrale milanese, come Franca Valeri, Paolo Poli,  Enzo Jannacci, Dario Fo, Franca Rame,  Ornella Vanoni, Juliette Gréco.

Il 24-25-26 marzo 2017 ospiterà, su progetto di Mauro Bonazzoli, un estratto dallo spettacolo in due parti Luminare Minus – Funambolia, una nuova creazione della coreografa Emanuela Tagliavia, creata per l’occasione, che vedrà  protagonista Luciana Savignano, la famosa étoile della danza. 

L’idea creativa dalla quale prende vita Luminare Minus è tratta da un pezzo della collezione del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia, un frammento lunare conservato ed esposto nella Sezione Spazio del Museo.

In Luminare Minus arte, contenuti scientifici e nuove tecnologie convergono per creare uno spettacolo che unisce danza, musica e videoproiezioni, nato per l’edizione 2007 del Festival Mi-To, con la partecipazione straordinaria di Luciana Savignano e gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.

Sul palco si alternano momenti di luce e  di buio, che permettono di percepire le differenti facce della Luna dalla Terra attraverso le sue  fasi, che si susseguono costantemente. I pensieri di Galileo su questi fenomeni, dapprima solo osservati, sono diventati poi argomenti di veri studi scientifici.

Nel quadro della Luna Piena la scienza si abbandona magia del mito classico di Selene. Nella sua luce splendente si intrecciano gli amori con Endimione, Helios e Pan. Alla luna piena Galileo puntò il telescopio scrutando il suolo lunare e da queste sue osservazioni trasse conclusioni che avrebbero capovolto l’intera concezione del sistema solare. Dalla luce piena di Selene alla Luna Calante, la faccia sempre nascosta della luna, il regno delle ombre, il regno di Ecate.

Sulla Luna il suono non può esistere, ma dalla Terra è possibile immaginare di ascoltare una sorta di voce interiore, come un’eco sottile ma profondo, un riflesso fluttuante dei pensieri umani che attraversano la materia e ritornano a noi piene di significati misteriosi e sconosciuti.

La coreografia sviluppa l’intreccio tra mito e scienza evocando gli intrecci amorosi della Luna Piena, luminosa, di Selene e immaginandone la zona oscura attraverso una donna a tre teste, Ecate, regina delle ombre e dell’ambiguità. Nella Luce Cinerea si inseguono la circolarità e sfericità del movimento del globo lunare, in Assenza di Gravità il movimento dei corpi è attratto dalla sospensione del peso, dall’assenza dell’attrazione gravitazionale e dalla rarefazione estenuata e sensuale dei contatti fisici tra materia diversa.

Ideazione e regia: Mauro Bonazzoli
Coreografia: di Emanuela Tagliavia
Musica: di Giampaolo Testoni
Video: di Davide Montagna e Giuseppe De Angelis Costumi di: Lou Antinori
Lightdesigner: Andrea Giretti

Luciana Savignano e i danzatori Luigi Boatti, Liber Dorizzi, Giulia Lunardi, Filippo Porro, Karina Samoylenko, Eva Stokic, Emanuela Tagliavia.

Funambolia è una coreografia che nasce grazie all’intreccio e alla combinazione drammaturgica di diversi filoni tematici.

Il principale tra questi è suggerito dalla collaborazione con Luciana Savignano e un gruppo di danzatori che, insieme, danno vita a un bizzarro gruppo familiare all’interno del quale la stessa arte si tramanda di generazione in generazione, senza soluzione di continuità.

Un secondo tema ricava la sua ispirazione dalla lettura di Neve, delicato racconto di Maxence Fermine: poesia e funambolismo si fondono grazie alle atmosfere rarefatte in cui agisce la protagonista, una donna dalla pelle bianca come la neve, la cui “vita segue una sola linea retta”, una donna “leggera come un uccello”, sempre in equilibrio su una fune.

Un terzo tema è la metafora di un dispositivo che, a partire dalla fune, rimanda alla vita, al gioco, al sentiero terreno degli amanti e che costituisce una sorta di ragnatela di significati ‘altri’ nella ricerca continua ed estenuante dell’equilibrio e della leggerezza.

Infine, come suggerisce Philippe Petit nel suo Trattato sul funambolismo, “quando i carpentieri in legno iniziano a costruire un ponte, quando i maghi esibiscono una cordicella sul palco, quando i bambini giocano al tiro alla fune, quando i clandestini installano un cavo, c’è sempre un momento in cui il filo penzola liberamente tra due punti e sorride”.

 Claudia Di Meglio

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