Non sono mancati i momenti di emozione durante la presentazione del libro Padiglione Italia -Expo Milano 2015 a cura di Luca Molinari – direzione artistica Nemesi, fotografie di Luigi Filetici – Skira Editore

Presso l’auditorium del  Palazzo Italia.20150501_134803 (Medium)

Lungo l’applauso alla fine dell’intervento di Sergio Zambelli, amministratore delegato di Styl-Comp, che ha raccontato di piccoli pensieri nascosti dentro ai pannelli, firme eterne che ricorderanno  quelle persone che hanno reso possibile realizzare il progetto. Come evidenziato nell’apertura dell’incontro dal moderatore Walter Mariotti, questa è un’opera che rappresenta un progetto culturale che non ha dato spazio al conformismo ma ha voluto tramite un lavoro corale presentare l’Italia al mondo con un’opera permanente, visionaria per design e innovazione.

Anche Diana Bracco nel ripercorrere le tappe dal lontano ottobre 2012 ha evidenziato come il Padiglione Italia è stato immaginato e progettato come luogo in grado di rappresentare un intero Paese attraverso l’idea del “saper fare” Italiano, raccontando in maniera inedita le nostre eccellenze culturali, paesaggistiche e produttive. L’edificio rimarrà traccia permanente lasciata in eredità dall’esperienza di Expo Milano 2015, e questo volume intende raccontarne la storia, l’evoluzione fisica e la complessa gestione sino alla sua realizzazione.

Il Padiglione Italia è stato progettato dallo studio di architettura Nemesi con il gruppo Proger-BMS, che si è occupato della gestione complessiva del progetto oltre che della progettazione strutturale e impiantistica, e Livio de Santoli per la strategia ambientale ed energetica. La realizzazione dell’opera ha visto protagoniste quattro imprese italiane, Italcementi per la fornitura del cemento biodinamico utilizzato per la realizzazione della pelle ramificata di rivestimento, il General Contractor Italiana Costruzioni, Stahlbau Pichler per la costruzione della vela di copertura in acciaio e vetro, Styl-Comp per l’ingegnerizzazione, produzione e montaggio del rivestimento architettonico ramificato.

Si è conclusa la presentazione con la visione del documentario di circa un’ora THIS IS ME – Produzione Scarfilm Italia srl e Nemesi – Regia e sceneggiatura Paolo Scarfò/Raffaele Festa Campanile – Fotografia Paolo Scarfò.

Non un documentario di Architettura ma “This is me”  è un viaggio nell’immaginazione in cui viene raccontato il progetto e la realizzazione di Padiglione Italia ad Expo 2015, attraverso la voce stessa dell’opera e dei suoi protagonisti, dal committente, ai progettisti, alle imprese di costruzione, agli operai che ne hanno seguito la realizzazione.

Il film narra come lo spirito stesso della natura dia vita a questa maestosa Architettura- foresta. Un racconto che fotografa momenti reali come in un volo emozionale che rappresenti la passione ed il sacrificio di chi ha realizzato l’opera.

In conclusione vorrei evidenziare il testo di Luca Molinari che sintetizza le luci e le ombre del progetto guardando al futuro : La presenza di queste aziende e di tante altre piccole e medie realtà coordinate da Italiana Costruzioni ha reso possibile un’impresa che sembrava quasi impossibile due anni fa e che racconta di un Paese che rappresenta ancora una delle grandi eccellenze mondiali nel campo delle costruzioni e della componentistica. In questo periodo il progetto è stato sottoposto a enormi tensioni di tipo economico, gestionale e organizzativo che hanno visto, ad esempio, un incremento significativo in corso d’opera delle superfici per gli allestimenti rispetto alla prima richiesta, o il taglio altrettanto importante di una parte del fotovoltaico, ma la struttura complessiva degli spazi sembra avere ben assorbito questi passaggi, dimostrando la flessibilità necessaria per opere di questo tipo. Una volta terminata Expo vedremo quanto questo progetto avrà o meno la forza di diventare uno dei centri importanti di un’azione pubblica e progettuale che aiuti a ripensare tutta l’area di Expo perché diventi un frammento vivo e rigenerato della metropoli lombarda.”Noi tutti ci auguriamo che le scelte future sull’area Expo non rendano quest’opera una cattedrale nel deserto ma che gli permettano in futuro  di rappresentare ancora al meglio il “piacere italiano”.

 

Monica Basile