L’avventura di Fratelli La Bufala continua alla grande. Da 20 anni simbolo del made in Napoli nel mondo senza dimenticare le origini e le situazioni borderline.

Fratelli La Bufala nasce il 19 febbraio 2003 e da allora porta il nome di Napoli in giro nel mondo con oltre 50 ristoranti e 1200 dipendenti. L’intuizione del Fondatore Geppy Marotta si è rivelata vincente. Dopo la sua prematura scomparsa nel 2014, l’azienda è portata avanti dalla moglie e dalle figlie con lo stesso entusiasmo e voglia di fare. 

Una storia che parte da lontano, con la prima pizzeria aperta in California dal fondatore nel 1993, un vero passo nel futuro, anticipando i tempi. Fino alla fondazione di “Fratelli La Bufala”.

Un board tutto al femminile quindi, ma che non ha nessuna intenzione di essere debole, anzi, lo sviluppo e la presenza sul territorio di appartenenza sono sempre più forti. La figlia e Marketing Executive lo ha voluto rimarcare: “In questi vent’anni la nostra azienda ha saputo non solo valorizzare un prodotto eccellente come la pizza, ma anche cambiare i parametri di un settore, quello del mondo pizza, attraverso le direttrici dell’impegno sociale e dell’ecocompatibilità. La nostra azione mira a riqualificare i territori su cui insistiamo, in primis quello di Napoli, e a dare un’opportunità a giovani ragazzi che altrimenti potrebbero prendere strade senza futuro. Non solo sua maestà la pizza napoletana, insomma, vogliamo essere anche portatori di sani principi”.

Fratelli la Bufala, oltre la pizza c’è di più, l’apporto sociale

Proprio sulla riqualificazione sociale del territorio Fratelli La Bufala sta puntando forte. Molti avranno notato che nella prima puntata della serie Tv Rai, Mare Fuori, si parla di una possibilità, per i ragazzi del carcere minorile di Nisida, di fare un corso di formazione per diventare pizzaioli e rilanciare le proprie vite. Ebbene non è finzione, è la vera esperienza che grazie a Fratelli La Bufala, i ragazzi possono fare per darsi una nuova opportunità di riscatto sociale.

Un percorso di rinascita che inizia nel 2010 con la nascita del progetto “Finche c’è pizza…c’è speranza”. Un progetto di formazione per pizzaioli proprio nel carcere minorile di Nisida. Tre anni dopo il progetto raddoppia lanciando la “Pizzeria dell’Impossibile” dando l’opportunità a 15 ragazzi provenienti da realtà poco felici di poter fare un corso di 200 ore sull’arte della pizza. In seguito in questa pizzeria verranno realizzate e regalate pizze per clochard e cittadini in difficoltà.

 Un nuovo forno sostenibile e un occhio all’ambiente.

Non solo sociale ma anche sostenibile nel presente e nel futuro di Fratelli la Bufala, proprio pochi mesi fa lo staff ha messo a punto il primo forno a legna eco compatibile, il forno “Leaf Oven”. Questo forno consente di cuore la pizza producendo un basso impatto ambientale, sprovvisto di canna fumaria non produce fuliggine e dimezza i consumi della legna. L’obiettivo finale è quello di dotare tutte le pizzerie del gruppo di questo innovativo strumento di cottura. Sempre a tema ambientale, importante è l’iniziativa nella Terra dei Fuochi con l’appoggio a una azienda agricola che coltiva il Basilico Napoletano. Per questo tipo di basilico sono utilizzate l’ idroponica e acquaponica, due metodi di coltivazione che fanno risparmiare il 95% dell’acqua altrimenti necessaria. Questo basilico è particolarmente adatto per la pizza perché regge meglio lo shock termico di una pizza appena sfornata. L’attenzione al territorio di Fratelli La Bufala si può notare anche dal menù dei suoi ristoranti. Nelle carte sono proposti presidi slow food che portano nel mondo il nome della Campania e dell’Italia.